doge: pasquale cicogna. 59 le dette congregazioni e i mendicanti ne pagheranno una l’anno, cominciando dal corrente. Delega quali collettori il nunzio, il patriarca di Venezia e il vescovo di Belluno, con facoltà di nominare sottocollettori, ed assegna loro duemila scudi d’ oro 1’ anno, da prelevarsi dalle riscossioni, metà da dividersi fra essi e metà fra i sottocollettori. Prescrive le pene contro i renitenti al pagamento. I sottocollettori saranno eletti dai singoli ordinari ed approvati dai collettori. Finisce impartendo le necessarie facoltà, e vietando che siano presi come pegno gli arredi sacri. Dato a Roma presso S. Pietro. — Sottoscritto da M. Vestri Barbiani. 61. — (1591), Marzo 10. — c. 851.° —- Versione in volgare di rapporto di Mustafà sangiacco di Clissa al beglierbei della Bosnia. Fa sapere essere a lui ricorsi certo castellano Hussein agà con molti turchi lagnandosi che 15 barche con circa 200 uscocchi, usciti da Primosten (Capocesto) territorio di Traù, fecero una scorreria nel territorio ottomano verso la Zagoria (la regione montuosa), invadendo le ville di Jordan, Veguinse e Porsanze, facendo schiave 20 persone e asportando molti animali. Fa notare che fra gli uscocchi vi erano dei sudditi di Venezia, che la scorreria fu fatta col consentimento del conte veneto in Traù, e chiede che il beglierbei faccia cessare tali fatti e pensi a proteggere i sudditi del sultano (v. n. 58). Dato il 10 della luna di marzo 999. — Spedito a Venezia dal provveditore generale in Dalmazia con lettera 16 aprile 1591. — Tradotta da Andrea Negroni dragomanno della Signoria. — In margine è nota che i turchi fatti schiavi furono rimandati al detto provveditore con lettera del 29 aprile. 62. — 1591, Marzo. — c. 84. — Versione in volgare di lettera del sultano Arnurat al doge. Avendo la Signoria chiesto restituzione di varie merci tolte a mercanti veneziani dai funzionari turchi di Tripoli di Siria, le quali malgrado precedenti reclami non aveva potuto conseguire e quindi i veneziani avevano cessato di frequentare il detto porto (si nominano il governatore Mehemet bei figlio di Mansur, Mehemet defterdar, Ismail chiaus, Osman defterdar) ; ed essendosi il bailo veneto lagnato che per voci di una prossima campagna dei Turchi contro Venezia, molti malvagi prendano occasione di danneggiare i sudditi di questa ; il sultano dichiara di aver dato ordini ai rettori di Damasco, Aleppo e Tripoli di Siria per la restituzione delle cose tolte, e a tutti i suoi dipendenti di non molestare i veneziani, essendo suo fermo volere di mantenere fede ai trattati finché li osservi la republica. Data in Costantinopoli. — Tradotta da Giacomo de Nores interprete dei Cinque savi alla mercanzia, il 9 agosto 1591. 63. — S. d. (1591, Marzo). — c. 87. — Versione di lettera di Mustafà sangiacco di Clissa al beglierbei di Bosnia. Dice che il distretto della Zagoria non è compreso nel suo sangiaccato, ma dipende dal tesoro imperiale; avendo però avuto ordine dal beglierbei di vegliare alla sicurezza del medesimo, rife-