37 mnena nel .t ducato Paristrion » del secolo XI, come ribellatisi all’imperatore bizantino, ed anche quelli ricordati un secolo più tardi da Niceta Acominato per aver aiutato i Vlahi di Ioanniza e di Pietro Asan nella loro rivolta contro l’imperatore Isacco* Comneno e nella fondazione dell’impero romeno-bulgaro, evidentemente non potevano essere altri se non Romeni, che cominciavano — secondo scrive il Niceta — « a credere insistentemente che piacque a Dio la loro liberazione ». Il segno della rivolta non fu dato dai Bulgari, ma dai Romeni deH'Emo, come dimostrò il compianto J. Bogdan in una sua conferenza (I Romeni ed i Bulgari, 1895, pp. 24-26) : « Aspro popolo delle montagne, costituito quasi militarmente sotto i primiceri, cnezi e voevodi, ricchi di bestiame, fortificati dal clima invernale del Pindo e dei Balcani, agili come le capre delle montagne ed inattaccabili nei loro nascondigli, condotti dai due fratelli Pietro* ed Ioan-mza, intraprendono la ribellione (1186), attraggono i Bulgari e, dopo una serie di lotte vittoriose ricuperano il loro stato che avevano perduto* 168 anni prima, e che si potrebbe chiamare non più bulgaro ma romenobulgaro. Vi furono, si capisce, degli storici che negarono la partecipazione dei Romeni alla fondazione dell’impero bulgaro, escludendo la nazionalità romena dei restauratori di questo impero. Ma questa è la parte dello sciovinismo nazionale nella storia; e occorre constatare che gli storici slavi non rimasero al disotto degli Ungheresi quando si trattava di riconoscere i pochi fatti grandiosi del nostro* popolo. Per noi qualunque cosa dicano e qualsiasi riserva facciano scienziati del resto molto sen, come Drinov, Uspenskij o Vasiljevski; Ioanniza e