62 vi fondò il vescovato di Vad, come segno della pene-trazione dei Moldavi nella loro terra d’origine, nonché come una promessa che i discendenti dei fondatori del secolo XIV non si sarebbero calmati finché non fossero riusciti con un’altra colonizzazione daH’Oriente a porre la Transilvania sotto una permanente dominazione romena. Lo stesso fu fatto nel secolo XVI, anche dai pacifici Signori della Valacchia, Radu il Grande e Neagoe Basarab, i quali per i possessi che avevano’ nelle contrade meridionali della Transilvania intesero' a sorvegliare il destino di quei Romeni e a consolidare i legami di fratellanza e di solidarietà nazionale sulla via della gerarchia ecclesiastica (il vescovato di Geoagiu). E’ concludente il fatto che non solamente i Romeni transilvani, ma anche i Secui ed i Sassoni guardavano più volentieri verso» Stefano» il Grande, Signore della Moldavia, che non verso Mattia Corvino, re d’Ungheria. Le parole dei brasoveni del 26 aprile 1479 a Stefano sono» una prova eloquente a questo riguardo» : « molta sotto-missione e servizio professiamo» — scrivono — anzitutto alla Grandezza Tua. Ci sembra che tu sia stato eletto e mandato da Dio per il governo e la difesa della Transilvania ». Il paese della Transilvania ebbe veramente grande bisogno d’aiuto nell’epoca in cui la fiducia dei brasoveni si volgeva al Signore della Moldavia. Perchè in quell’estate i Turchi penetrarono per Càineni e dopo aver devastato la contrada di Sibiiu, si diressero verso Alba lulia. Il voevoda transilvano Stefano Ba-thory li incontrò col suo esercito presso» OVa^tie, nella sanguinosa battaglia del Campo del Pane, dove sarebbe