103 1 nobili noni erano, come nei tempi lontani, amanti delle guerre, nè cercavano col pericolo della vita la gloria o la- preda, ma divennero anche loro meschini d’animo, dimenticarono il mestiere della guerra, cercando adesso la vita senza sforzi, il benessere senza fatiche, e la calma che li ammolliva. Così secondo le apostrofi di Bartolommeo Mazareanul — abbandonando le fatiche valorose dei nobili d’altro tempo, non pensavano ad altro se non a quello' che dovevano mangiare e bere, mentre « la brama dell’onore era lontana dalle loro anime ». In altri tempi trovavano' il piacere nella lotta, ora, lo cercavano- negli imbrogli e nelle rivalità per bassi scopi. Mblti di loro, per appagare le loro ambizioni si si facevano creature dei voevodi stranieri. Così confes-sanoi nel 1718 i nobili che in una importante causa di giustizia « essendo essi chiamati da Nicolò Voda (Maurocordato) ed essendo istruiti di noni rispondere affatto', conoscendo- l’ordine non ebbero bocca per rispondere la Verità, ma come disse il Signore, dissero anche loro tutti quanti ». Nelle alte funzioni, dappertutto, e nel consiglio si’affollarono i Greci, ed i nobili grecizzati. La vita dei nobili nei principati perdeva progressivamente il suo carattere puramente romeno di prima, prendendo un aspetto- straniero, greco. 1 paesi romeni furono inondati da una moltitudine di Greci, i quali dopo1 Iój caduta di Bisanzio nelle mani dei Turchi, si sparsero in tutta l’Europa, ove ebbero importanza politica. Verso la fine del secolò XVI un agente imperiale scriveva che nei paesi romeni « i più alti dignitari sono- forestieri e specialmente i perfidi Greci ». Contro di loro s’era iniziata fa reazione già dal tempo di Michele, allorché questi