26 mento e risalendo le valli dei fiumi, fino a mezzogiorno della Transilvania odierna, dove i recenti scavi fatti nelle montagne di Hunedoara hanno messo in luce monete greche della città di Histria. Ciò prova che i legami commerciali tra gli abitanti di questa città del Mar Nero e gli autoctoni geto-daci non si fermavano ai Carpazi, ma si estendevano anche al versante settentrionale di queste montagne, nelle valli e nelle viscere delle quali erano nascoste ricchezze innumerevoli. L’inglese John Bury, l’editore del Gibbon. afferma che la stessa spedizione di Dario, re dei Persiani della Scizia (VI sec. a. C.) sarebbe stata determinata dalla brama di conquistare le miniere d’oro della Transilvania, passando in questa provincia attraverso il passo di Ruzau. Per quanto1 confuse le informazioni di Erodoto intorno agli « Sciti regali » l’elemento dominante, che « non viveva d’agricoltura », ed attorno agli « Sciti agricoltori » che non possono essere altri se non i Geti autoctoni — esse devono considerarsi come verosimili, essendo questo padre della storia ellenica interessatissimo a dare ai suo popolo le più esatte notizie possibili sulle genti circonvicine. Egli non dimentica di asserire circa gli autoctoni, che si vestono di canapa, la quale « cresce nel paese degli Sciti » e che « evitano di adottare i costumi delle altre genti, specialmente dei Greci ». Tuttavia l’influsso greco si esercitò su di loro durante secoli interi. Elementi greci giunsero a prendere un posto importante persino nella loro vita politica. Bu-rebista, il famoso re dei Geti, contemporaneo di Giulio