69 minazione, se non due vie. L’una, quella più difficile, e poco sicura, li portava alle corti cristiane d’Occidente, dove creandosi delle genealogie iperboliche e mostran--do brillanti facoltà cortigianesche, acquistavano la simpatia degli uomini influenti a Costantinopoli, il cui intervento poteva loro assicurare per qualche tempo ¡1 trono in un paese od in un altro-. Così andò — e riuscì nel 1583 — il fratello di Michele il Bravo, quel Pietro Cercel pieno di talento-, spirito- poetifco che fu alla corte di Francia e scrisse versi in lingua italiana'. La seconda via li menava addirittura a Costantinopoli dove con un numero considerevole di borse cariche di zecchini potevano sempre comprare un seggio signorile. Da qualche tempo questa era la sola via che menasse al successo-. L’appoggio delle corti straniere non poteva giovare troppo, e quegli che s’appoggiava solamente su di esse, facilmente poteva subire quello che subì Pietro Cercel, il quale dopo due anni di governo-, fu cacciato dai Turchi e gettato in mare. Del resto, nemmeno i protetti dei Turchi potevano dominare in pace e sicurezza. L’arrivo in paese di ognuno suscitava le antiche passioni od aizzava le nuove ambizioni e faceva ribellare intiere schiere di nobili insoddisfatti del nuovo Signore; il quale — se aveva la natura di un Mihnea il Reo, di un Mbsè Voda o di Mircea il Pastore, o dei moldavi : Stefani fa Voda, Alessandro Lapu§neanu e Giovanni il Terribile — non esitava a passar a fil di spada e a impalare i nobili avversari. Uccidere i nobili e spogliarli delle loro proprietà erano cose solite. Spesso la crudeltà dei Signori era accompagnata dalle simpatie del popolo, dalla gioia dei poveri, i quali portavano un desiderio