116 Questo può essere chiamato il periodo del nazionalismo attivo in tutte le manifestazioni di vita dei popoli coscienti. Come reazione contro la monarchia universale e contro il cosmopolitismo' si risveglia e si fortifica a mano a mano il senso di appartenere ad una sola individualità nazionale, l’apprezzamento e l’amore per tutte le qualità e tutti i tesori propri della razza. I figli dello stesso popolo cominciano a sentirsi più vicini spiritual-mente che non nell’antichità, quando' lo spirito di casta e le differenze di rango scavavano spesiso degli abissi profondi tra gente dello stesso sangue e della stessa legge. In questo tempo cominciano- ad apparire sempre più negli stati europei, le caratteristiche essenziali del patriottismo moderno : l’apprezzamento' dell’unità territoriale e dell’unità della razza, cui appartiene l’individuo. Da quest attitudine spirituale scaturirono le concezioni politiche contemporanee di organizzazione sociale e politica. Ma esse non poterono penetrare nella realtà della vita dei popoli civilizzati se non lottando per evitare e per distruggere le concezioni rimaste come eredità medioevale. La rivoluzione della fine del secolo XVIII svegliò dappertutto lo spirito di protesta contro l’oppressione. Nel 1794 il governatore transilvano', conte Bànffy, temendo « i pericolosi principi della libertà gallicana » pregava la corte di Vienna di non permettere a Piuariu ed a Iorgovici la stampa dei giornali romeni e la loro spedizione in Transilvania. Quattro anni più tardi in un rapporto consolare si diceva che « una piccola parte dei nobili, che può giudicare, ascolta come incantata i discorsi sopra la nostra rivoluzione » e v’è speranza che