29 sponde del Tevere. Con le sue vittorie su Decebalo, egli riuscì a dare un nuovo orientamento alla D'acia, come provincia romana, ingrandendo così l’impero in modo considerevole. Gli elementi di colonizzazione e di dominazione romana condussero a buoni fine nella Dàcia di Traiano un’importante opera di cambiamento, di trasformazione. Sul ceppo geto-dacico, così forte e resistente, s’innestarono le propaggini romane e da quest’innesto risultò, attraverso un processo1 storico di alcuni secoli, il popolo romeno, concepito dall'unione di due razze guerriere : i Daci ed i Romani, rappresentando i primi lo strato autoctono, gli ultimi l’elemento di penetrazione successiva. Dopo la conquista di Traiano, cui seguirono alcuni decenni di vita calma ed ordinata, la civiltà romana potè mettere sul suolo della Dacia radici profonde e durevoli, ma senza eliminare i resti della civilizzazione greca. Invece delle svelte fortezze, erette dai Daci sulle vette delle montagne, s’innalzarono quelle remane, forti e provviste di tutto quanto potesse offrire la scienza di allora come sicurezza di ricovero, come facilitazione ed ornamento della vita cittadina. Delle vie tracciate sicuramente con tali fondamenta quali mai non avevano visto gli aborigeni della Dacia, facilitarono le comunicazioni e la penetrazione degli elementi romani dappertutto nella nuova provincia. Sotto la protezione delle legioni mandate lì per fare la guardia, s’organizzava la vita politica secondo i modelli romani, s’iniziavano le corporazioni (i collegi) degli artigiani, s’ordinava la vita dei villaggi, progredivà specialmente la cultura comu-