53 cariche assumevano altre proporzioni. Per es., le attribuzioni del « voroic » romeno differivano da quelle del « vornic » croato, essendo più somiglianti a quelle del palatino ungherese. In Mloldavia il problema degli influssi stranieri sull’organizzazione amministrativa è più semplice, perchè v’erano delle istituzioni simili, qualche volta identiche a quelle della Valacchia. I grandi dignitari lasciavano di solito il potere alla fine dell’anno. Allora essi deponevano le insegne della dignità nelle mani del Signore, il quale nella notte di San, Basilio decideva se darle il giorno dopo' agli stessi dignitari o insignirne altri. Una reminiscenza di questa usanza si conservò nel seguente frammento di poesia popolare : << slujeste-mi slujeste, pan’ la San Vasai, sà’mpart boierii, cà te-oi ridica ban la Craiova §i tu cà-i bani de te-i ferici... » (Servimi, servimi, fino al giorno di San Basilio allorché si danno le dignità, che ti eleggerò « ban » a Craiova e tu governerai e sarai felice...). I buoni e giudiziosi Signori manifestavano generalmente la tendenza a conservare il più a lungo possibile gli stessi dignitari. Esiste una specie di « cursus honorum » rispettandosi il principio dell’avanzamento progressivo da una dignità minore ad un’altra immediar tamente superiore. Il Signore era libero di procedere anche altrimenti (cfr. C. Giurescu, Nuovi contributi alla studio dei grandi dignitari nel sec. XIV-XV). I governi paralleli, di Mircea nella Valacchia e di Alessandro nella Moldavia, caratterizzati dal senso di previsione e coronati da risultati quasi identici per ciò che riguarda la consolidazione della situazione interna ed esterna dei paesi romeni, chiudono con dignità 3