94 1640 si trova anche lui fra i candidati al seggio metropolitano della Transilvania, insieme con Elia lorest, senza riuscirne però, perchè Ràkotzy preferiva soddisfare Basilio Lupu, il quale sosteneva Iorest, e non Matteo Basarab, la cui natura pacifica sapeva che non gli avrebbe nuociuto più tardi. Sostenitore della corrente romena fu nella Valacchia Teofilo, vescovo di Ràmnic, per insistenza del quale il monaco Michele Mòxa tradusse « Bravila cea mica » (11 piccolo codice, Govora, 1640) cui seguì non molto dopo « Indreptarea legii » (La Vera legge, Tàrgoviste, 1652) una collezione di leggi e di canoni, tradotti « dal greco in semplici parole romene ». Intanto nella Moldavia Basilio Lupu aveva fondato la prima scuola superiore ed una « tipografia signorile » per le irsistenze del metropolita Varlaam, che stampava nel 1643 la Cazanìa (I riti ecclesiastici), dedicata «come dono» alla lingua romena ». Più tardi il metropolita Ddsiteo, il quale « profondamente conosceva i libri » mise in versi, d’una grande bellezza, in lingua popolare i lamenti del salmista e stampò « La vita e le opere dei santi » per l’intelligenza di tutti. In Alba Iulia, il vescovo calvinizzante Stefano Simeone, stampò nel 1648 il Nuovo- Testamento in; caratteri cirillici, mentre Stefano Fogara?i pubblicava in, quell’anno un catechismo in. caratteri latini per le scuole romene del Ba-nato, introdotto più tardi anche in quelle della Transilvania, per es., nel collegio, fondato a Fagàra? (1657) al tempo del metropolita Sava Brancovici. Meritano d’essere mentovati i libri pubblicati dal1 protopope Giovanni Zoba da Vinti : Lo Ber igno d’oro (1683) Breviario delle