25 romana e rassegandosi alle circostanze che non era più in loro potere di mutare, si assimilarono agli elementi di colonizzazione, perpetuando tuttavia con tenacia alcune delle loro usanze, formando così il primo sostrato etnico fondamentale nella formazione dei popoli bal-cano^-carpato- danubiani. Nel Sudi del Danubio la snazionalizzazione dei Traci, sotto l’influsso dell’ellenismo conquistatore, fece maggiori progressi che nel settentrione, dove i Geti « immortali », di natura più refrattria, resistettero saldamente alle invasioni ed alle dominazioni straniere. Lia ricchezza senza pari della terra getica vi destò ben presto la brama conquistatrice dei vicini dell’Griente, del mezzogiorno e del Nord Ovest. Gli Sciti riuscirono fin dall’VIII secolo a. C. ad estendere il loro predominio sui Geti, le cui occupazioni e-rano l’agricoltura e la pastorizia. Ma il loro predomonio nmase puramente nominale, essendo* impotente a cambiare la vita o l’indole degli autoctoni, dei quali alcuni, quelli del confine occidentale della Dacia, gli Agatirsi collocati da Erodoto lungo il fiume Mìura§, furono capaci di arginare gli Sciti sulla frontiera della loro regione, respingendone il tentativo d’invasione e conservando la loro vita indipendente. Dopo un secolo incominciarono i Greci a mandar coloni sul Mar Nero e sul basso Danubio, che divenne a poco a poco un fiume greco, fino alla sua confluenza col Siret. Gli abili commercianti greci che avevano nell’antichità un’attività simile a quella dei Veneziani nel medioevo, passarono incessantemente il Danubio verso settentrione, percorrendo quelle regioni ricche di fra-