80 tante imprese guerresche, che, arrivando alle corti europee « ed a tutti i grandi la nuova della sua forza e valore » fu nominato « il secondo' Alessandro », come diceva il legato Carlo Magno da Milano. Governando per qualche tempo,pietoso verso i poveri e giusto, il banato di Craiova, Michele s’acquistò l’amore e l’adesione del suo popolo tormentato dalla dominazione di Alessandro il Reo. Questi, temendo per la sua signoria davanti alla pericolosa popolarità di Michele, decise di perderlo. Ma Michele si rifugiò nella Transilvania e quindi a Costantinopoli, dove con, l’aiuto dei suoi protettori, massime del Greco Andronieoi Can-tacuzino, nonché con i denari che prendeva in prestito dai Turchi, dai Greci e dagli Ebrei per temperare l’ingordigia della Porta ottomana, riuscì ad ottenere il governo della Valacchia. Salito al trono, Michele manifestò subito ini qual modo intendesse governare. Allorquando i suoi creditori turchi cominciarono a chiedergli denaro, li chiamò tutti a Bucarest, per pagare i debiti e le percentuali. E pagò, non con argento, come credevano loro, ma col ferro' e col fuoco (nov. 1594). Mandò poi i fratelli Stroe e Radu Buzescu in Transilvania e in Moldavia ad annunziare la sua intenzione di lottare insieme coi cristiani contro i Turchi. Questi tre paesi conchiusero' dunque un’alleanza in vista del pericolo' comune che li minacciava. Con tutto ciò Michele non ricevette nessun aiuto, ma lottò da solo contro le orde dei Tartari, vinti tre volte, e con i Turchi, respinti dopo di aver passato il Danubio, diretti a Costantinopoli. Sotto il comando del guerriero Sinan Pascià i Turchi principiarono la spe-