5f Tartari. Dopo la cacciata di questi, Lodovico tentò di assicurare con Drago§ la permanenza della sovranità ungherese nell’Orienite dei Carpazi. M;a Bogdan s’affermò fini dal principio' come un violento propugnatore dell'indipendenza. Come la forza del voivoda transilvano si era manifestata durante la dominazione di quasi un quarto di secolo di Ladislao Borza (1291-1315) e la sua tenace resistenza di fronte al re d’Ungheria Carlo Roberto, e come la fondazione del principato' di Valacchia s’era compiuta con la lotta decisiva del 1330, nella quale i balestrieri del « grande Basarab Voevod » annientarono l’esercito dello stesso Carlo Roberto, così anche il principato indipendente della Moldavia sorse, due o tre decenni più tardi, dalle lotte aspre e felici del fondatore di Maramura^, Bogdan Voevod contro Lodovico il Grande — il figlio di Carlo Roberto — e contro i Dra-gosidi sostenuti da lui. Di Bogdan c’è rimasta anche la prima moneta della Moldavia, con conio latino, segno dell influsso occidentale e prova nello stesso tempo che il nuovo principato aveva acquistata la sovranità statale. Ma siccome questo stato nacque lottando contro la sovranità ungherese, doveva cercare l’appoggio altrove. Lo trovò nella Polonia, vassallo della quale si confessò Latcu, il figlio ed il successore di Bogdan, e Pietro, il voivoda della Moldavia, entrò più tardi in relazioni familiari col re polacco, e definì la situazione politica con un trattato (1387), il quale fissò le basi della sovranità polacca nella Moldavia. Il governo pacifico e lungo di Alessandro il Buono proseguì ad estendere le frontiere della Moldavia, cac-