97 prove che i cristiani erano più forti degli ottomani. Così accadde che in occasione dell’assedio di Vienna da parte dei Turchi (1683) tanto Serban Cantacuzino quanto Giorgio Duca di Mbldavia benché entrambi aderenti alla politica cristiana, si trovarono tuttavia a lottare — volenti o nolenti — nel campo turco. Il successore di Serban, Costantino Bràncoveanu, condusse anche egli una politica assai cauta e di opportunismo, che gli divenne, alla fine fatale. Fu dapprima contro gli Austriaci, poi, intendendosi con loro, fece segretamente anche ai Russi delle promesse, se questi fossero riusciti vittoriosi dei Turchi. Ma nel 1711, quando di fronte ai Turchi, Pietro il Grande, per sfuggire alla vergogna d’una capitolazione, si vide costretto a sottoscrivere una pace sfavorevole, Bràncoveanu, perdette la fiducia nei Russi, dicendo che « i Turchi dovevano essere vinti coni altro che non coi fiaschi d’acquavite ». Coi denari mandati a Costantinopoli cercò d’assicurarsi nuovamente l’amicizia dei Turchi, ma alla Porta intrigavano i Can-tacuzini, suoi avversari, che lo diffamarono per la sua inclinazione verso i Russi e gli Austriaci. Chiamato a Costantinopoli, fu ucciso il 15 agosto 1714, insieme con 4 suoi figli. I regno* d’un quarto di secolo di Costantino Bràncoveanu lasciò tracce durevoli nella vita artistica e culturale del paese. Durante il suo governo, si sentì un influsso italiano. Il dotto storico Costantino Stolnicul Cantacuzino studiò in Italia, come i celebri storici moldavi Gregorio Ureche e Miron Costin studiarono in Polonia, e sentirono, nelle loro opere, l’influenza delle idee propagate dalle scuole polacche. Per l’insistenza dello Stolnic, Costantino fondò a Bucarest, secondo il 7