68 così una moltitudine di pretendenti, i quali tutti trovavano un appoggio tra i nobili connazionali ed un aiuto tra i vicini d’oltre frontiera : gli Ungheresi, i Polacchi, i Turchi. Nel 1544, costituendosi la Transilvania come principato semi-indipendente sotto la sovranità turca, i passi dei Carpazi cominciarono' a. chiudersi ai pretendenti erranti, che noni potevano- trovarvi ricovero sicuro, nè aiuto armato controi i rivali sostenuti dalla dominazione turca. Il Sultano Solimano- temendo l’eventualità dell'unione della Transilvania coi principati romeni, assicurò i membri della dinastia Zàpolya di tutta la sua protezione ed amicizia, preferendo — secondo quanto scrive il contemporaneo Veramcsics — di abbandonare senz’altro- la dominazione della Transilvania e di accontentarsi dai parte di essa come da parte della Moldavia di qualche dono e da parte della Valacchia del tributo annuale (maluit honeste sub praetextu amicitiae loannis Regis Transylvaniae carere et ejus ac Moldavi muneri-bus dumtaxat fruì, Transalpini vero- quotannis tributa legere). Ai vagabondi pretendenti si chiuse verso la fine del secolo anche la via della Polonia, dove dopo il 1576, Stefano Bàthory inaugurò una politica amichevole verso i Turchi, non volendoseli inimicare coH’immischiarsi negli affari della Moldavia. I voevodi che anche in seguito cercano l’aiuto della Polonia rifugiandovisi, sono uccisi dai buoni vicini. Cosi procedettero- con Stefano Tomsa, con lancu Sasul e con Giovanni Potcoava. Anche i nobili polacchi che fossero sostenuti da questi Signori cacciati o dai nuovi pretendenti, erano decapitati, come accadde a Samuele Sborovski. Non rimaneva altro ai pretendenti per soddisfare le loro- aspirazioni alla do-