174 COMMEMORALI, LIBRO XX 171. — 1523, Agosto 16. — c. 178 (188) t.° — Brani del testamento del cardinale (Domenico) Grimani, con cui lascia alla Signoria il breviario (vendutogli da Antonio Siculo *) con riserva che resti ad uso di suo nipote (Marino) patriarca di Aquileia durante la costui vita. Lascia inoltre alla Signoria le statue, i quadri e gli oggetti d' arte voluminosi che sono depositati nel monastero di S. Chiara di Murano ; le gemme, medaglie ed oggetti minuti e tre quadri al detto suo nipote (v. n. 178). Il testamento fu fatto in Roma. (*) C. Soranzo nello studio « Un coup cl'oeil au breviaire dìi Cardinal Grimani », Venezia, Ongania, 1881, lo chiama, seguendo altri scrittori precedenti, Antonio ¡Siciliano e vorrebbe supporlo il noto pittore Antonio o Antonello da Messina. 172. — 1523, Agosto 23.— c. 170 (180) t.° — Carlo V eletto imperatore dei Romani ecc. al doge. Si congratula per la conclusione del n. 168 e ne promette per parte sua 1’ osservanza. Tratterà coll’ oratore veneto degli apparecchi di guerra contro i nemici (v. n. 170 e 173). Data a Valladolid. — Sottoscritta dall’ imperatore e da G. Argilles. 1523, Settembre 5.. — V. 1523, Settembre 9, il. 177. 173. — 1523, Settembre 6. — c. 181 (191). — Tomaso (Wolsey) cardinale di York al doge. Si congratula per la conclusione del n. 168, e scrive in sensi conformi al n. 174 (v. n. 172). Data a Londra. — Sottoscritta dal cardinale. 174. — 1523, Settembre 6. — c. 181 (191) t.° — Enrico (VIII) re d’Inghilterra ecc. al doge. Si rallegra per la conclusione del n. 168, ringrazia per essere stati accolti i suoi consigli in proposito, e spera che ciò sarà principio alla pacificazione della cristianità. Promette di adoperarsi con ogni suo potere perchè il patto concluso sia adempiuto da chi spetta. Finisce lodando l’ambasciatore inviatogli Antonio Suriano (v. n. 179). Data a Oking. — Sottoscritta dal re e da Pietro Vannes. 175. — 1523, ind. XII, Settembre 7. —"c. 181 (1S1) t.° — Condotta di Francesco Maria Feltrio della Rovere duca di Urbino (rappresentato come nel-1’ allegato) ai servigi di Venezia in qualità di governatore generale delle milizie. Egli è obligato a servire in persona e con 200 militi gravis armatarae in bianco, e 100 balestrieri a cavallo e cavalleggeri, con 30000 ducati (da L. 6,4) 1’ anno di stipendio, compresi due. 5000 per piatto e onoranze, per due anni ed uno di rispetto, dal di della mostra, con obligo di servire contro chiunque, meno il papa (v. n. 176). Fatto nella sala di udienza della Signoria in Venezia. — Testimoni : Gaspare dalla Vedova segret. dei Cons. dei dieci, e Alvise Sabadino, Bartolomeo