DOGE AGOSTINO BARBARIGO 29 questo autorizzato (v. n. 96), ed Ugolino Bueearello dott. in ambe e Raffaele Caso-nella, presenti Leonardo Loredano proc. di S. Marco savio del consiglio e Lodovico Veniero savio di Terraferma, rappresentanti il doge, pattuirono (le condizioni sono esposte in volgare): La città di Taranto tornando all’obbedienza del re, sarà accolta in grazia ed avrà completa amnistia per ogni offesa o danno recati ad esso o a’ suoi predecessori e loro rappresentanti e discendenti; cosi pure tutti gli abitanti di quella, siano cittadini, o albanesi, schiavoni, greci ecc. I detti abitanti saranno redintegrati nei rispettivi onori, benefici, uffici, privilegi, diritti e beni, anche se privatine mentre servivano i francesi. Ai medesimi è assicurato il godimento delle regie concessioni. Venezia e i collegati della santa lega guarentiscono 1’ osservanza di tali promesse di amnistia, e che i sudditi regi prigionieri in Taranto e i tarantini in potere del re saranno liberati. Pena al trasgressore dei presenti patti 100000 ducati d’ oro. Fatto nel palazzo ducale di Venezia, nell’ antichiesetta. — Sottoscritta dagli oratori dell’ imperatore (nella minuta, non nell’ istrumento pubblico) Pietro Bon-temps e Girolamo Ventiler, da Lorenzo Suarez oratore dei re di Spagna, dal Loredano, Veniero e Spinello suddetti, da Battista Sfondrati oratore di Milano. — Testimoni : Bernardino Bedaldo e Giorgio Franco, segretari due. — Atti Tomaso Freschi. 98. — 1496, Gennaio il (in. v.?) — c. 99. — Pietro Bontemps e Girolamo Ventiler (Vento) oratori dell’ imperatore dei Bomani dichiarano di avere ricevuto dal doge fiorini 6000 del Beno a conto dei 12000 promessi dalla Signoria pel pagamento degli svizzeri condotti seco in Italia da quel sovrano. Data a Venezia. 99. — 1497, Gennaio 12. — c. 103 t.° — Binaldo de Francicies dichiara (in volgare) di avere ricevuto dal segr. due. Giorgio Franco 200 due. d’ oro a conto della somma mentovata nel n. 94. Fatta in Venezia. — Sottoscritta dal Francicies e da Nicolò Guaynerius de Papi a. 100. — 1497, Gennaio 25. — c. 71. — Breve di Alessandro VI papa al patriarca di Venezia. Gli ordina di procedere contro prete Francesco (Dragano) penitenziere papale, che accusato di crimine di lesa maestà contro la republica, era stato consegnato dal Consiglio dei dieci al patriarca onde lo punisse. Gli dà poi facoltà di procedere criminalmente in avvenire contro tutti gli ecclesiastici rei di simili delitti. Dato a Boma. — Sottoscritto da Bartolomeo Fleury. 101. — 1497, Febbraio 4. — c. 104. — Enrico Matter cav. sculteto, Guglielmo di Diesbach cav. già sculteto, Bodolfo di Scharnachtal cav. e Bartolomeo de May, dei consoli di Berna, dichiarano di avere ricevuto dalla veneta Signoria 800