106 COM MEMORIALI, LIBRO XIX 186. — 1510, ind. XIII, Agosto 2. — c. 148. — Istrumento in cui, a schiarimento del n. 186, si dichiara che la condotta del Malvezzi dev' essere effettivamente di 100 uomini d’arme e di 100 balestrieri a cavallo, collo stipendio di 15000 due. 1’ anno, più ad esso governatore sono assegnati fino a che starà in carica altri 2400 due. 1’ anno. Ciò per essere stata la cifra dello stipendio recata dal n. 185, esposta fittiziamente per soddisfazione del Malvezzi. FattOj testimoni ed atti come nel n. 185. 187. — 1510, ind. XIV, Agosto 16. — c. 146. — Istrumento in cui si dichiara che, avendo il papa e la Signoria veneta deliberato di valersi dell’opera del conte Filippo de’ Rossi, che si trova in potere della seconda, Bernardo conte di Berceto, vescovo di Treviso e fratello d’ esso Filippo, promise : che costui, appena liberato, si presenterà al papa e starà a sua disposizione, servendo la Chiesa e Venezia con tutte le forze contro chiunque, compresi il re di Francia, il ducato di Milano e il duca di Ferrara, ma eccettuato Massimiliano imperatore e gli stati che questi possedeva prima dell’ultima guerra contro Venezia. Perciò il vescovo sta mallevadore con tutti i suoi beni, sottoponendosi ad essere anche privato d’ ogni beneficio ecclesiastico (v. n. 188). Fatto nel palazzo ducale di Venezia, nella sala di udienza. —Testimoni: Paride de’ conti di Spilimbergo canonico di Treviso, prete Jacopo Beneloto da Parma rettore di S. Maria di Porcellengo, famigliari del vescovo, Pietro da Bibbiena e Girolamo Cipico nob. di Traù. — Atti di Gio. Batt. Andriani. 188. - 1510, ind. XIV, Agosto 17. — c. 146 t.° — Istrumento in cui si dichiara che Filippo de’ Rossi conte di Berceto, liberato in seguito all’obbligo contratto da suo fratello col il. 187, approva quanto si contiene in quel documento e ne ratifica il tenore, promettendone al doge e alla Signoria la fedele osservanza (v. n. 209). Fatto ed atti come al n. 187. — Testimoni come nel n. 187, meno il Bene-loto, e più prete Jacopo da Capodistria cappellano del vescovo di Treviso. 189. - 1510, ind. XIV, Settembre 5. — c. 147. — Valentino de’ Federici speziale del re di Ungheria dichiara (a ciò autorizzato da lettere di quel sovrano, del 15 Giugno, dal castello di Tata) di avere ricevuto 300 due. d’oro dalla Signoria di Venezia, per mezzo di Luca Vendramino camerlengo del comune, sul credito del detto sovrano, verso la republica, cioè 250 in spezierie per uso della corte, il residuo in contanti (v. n. 184). Fatto nell’ufficio dei camerlenghi in Venezia. — Testimoni : Sebastiano dei Silvestri scrivano alle munizioni del Consiglio dei dieci e Giovanni Regolino scri-A^ano dei governatori delle entrate. — Atti come al n. 187. 190. 1510, ind. XIII, Settembre 13. — c. 147 t.° — Istrumento con cui Pernava bey vaivoda (rappresentato da Ali Eurenesli e Piraebip, turchi nimzii)