28 COMMEMORIALI, LIBRO XVIII 94. — 1496, ind. XIV, Dicembre 9. — c. 99 t.° — Istrumento in cui si dichiara (in volgare) che Alvise Bragadino consigliere, Marco Bollarli savio del consiglio e Pietro Balbi savio di Terraferma, procuratori della Signoria, e Binaldo de Francar in e Nicolò Papia (sic) procuratori di Antonio de Lombos governatore e di Gabriele de Ber castellano a Taranto, pattuirono: i secondi giurano in nome dei loro mandanti e di tutti gli altri francesi esistenti in Taranto e promettono eh; al giungere di un incaricato della Signoria in quella terra, questa gli sarà consegnata con tutte le armi, munizioni ecc., toltene le cose di proprietà d’ essi francesi, i quali sortiranno immediatamente dalle fortificazioni. La Signoria pagherà, a titolo di stipendio dei francesi stessi (30 uomini d’arme ed 80 arcieri), 12003 ducati, metà per mezzo del commissario che manderà a Taranto a ricevere le fortificazioni e 1’ altra metà in Venezia, stando mallevadori Girolamo Giorgio cav. e Zaccaria Contarmi cav. La Signoria provvederà al trasporto dei detti francesi a Venezia, ove giunti saranno sicuri e liberi di andarsene ove vorranno, con salvocondotto amplissimo anche dal duca di Milano per tornarsene in Francia (v. n. 93, 96 e 99). Fatto nel palazzo ducale di Venezia nella sala di udienza del doge. — Sot-scritto dai rappresentanti di Venezia e dei francesi (Renault de Francies e Nicolas de PavieJ. — Testimoni : due segretari ducali e Nicolò de Nun (o de Hun?) di Piccardia. — Atti Tomaso Freschi. 95. — 1496, Dicembre 21. — c. 98 t.° — Massimiliano re dei Bomani ai-doge. Fa sapere di avere ricevuto dal cav. Francesco Fosca ri i promessigli 30000 ducati. Data a Bellaggio. 96. — 1496, Dicembre 24. — c. 102 t.° — Federico re di Sicilia a Giov. Battista Spinelli suo oratore a Venezia (in volgare). Apprese da lettere di questo e dall’ oratore veneto Paolo Cappello le deliberazioni della república circa le cose di Taranto. Giustifica la propria condotta contro qualsiasi sospetto di non rette intenzioni verso Venezia, dove imparò personalmente ad amare la república. Passando alle cose di Taranto, se quella terra fosse data in di lui mani, svanirebbe ogni pericolo da parte dei turchi, ed egli subentrerebbe negli obli-ghi di Venezia verso i francesi, dei quali oblighi prometterebbe il fedele adempimento. Dichiara esser pronto ad accogliere in grazia'i tarentini, dando loro piena amnistia pel passato, ed autorizza Venezia ad guarentire 1’ osservanza di ciò da parte sua, coll’ intervento dei membri della santa lega (trattato n. 4) (v. n. 97). Data in Fratte (di Gaeta?). — Sottoscritta dal re e da Vito Pisanello. 1496, Dicembre 26. — V. 1472, Maggio 21, n. 2. 97. 1497, ind. XV, Gennaio 10. — c. 101 — Istrumento in cui si dichiara che Giov. Battista Spinelli cav. dott. oratore di Federico re di Sicilia ecc., a ciò da