88 COMMEMORI ALI, LIBRO XIX cello) Contarmi due anni fa; la restituzione di merci caricate in Tunisi per Orano tsu galee comandate da (Domenico) Capello, e restate in mano di certo Graziabona. Promette buon trattamento ai veneziani che andranno in Tunisi con merci; e domanda si mandi colà un console od ambasciatore. Chiede giustizia contro Alvise Bragadino che fuggi di Tunisi con due donne more (v. n. 115). Dato 1’ anno 911 (*). (’) A questo memoriale fu risposto dal Senato come é detto nella nota al n. 113. 115. — S. d. (1506 prima del Giugno). — c. 79. — Versione (in volgare) di capitoli (domande) di Simamet JEbenem'osor elamoser per le cose di Tripoli (*). Domanda risarcimento per una fusta presa dall’ armata veneta. Cosi pure per danni datigli da.....Delfino circa merci vendutegli da Agostino Grimaldi genovese che il Delfino doveva portare sulla sua nave in Tunisi e che invece non consegnò. Domanda restituzione di tasse fattegli pagare indebitamente da Michele Priuli (v. n. 114 e 116). (*) È continuazione del precedente. 116. — S. d. (1506, prima del Giugno). — c. 79 t.° — Versione (in volgare) di lettera di Balfad Labes sceicco di Tripoli alla Signoria. Espone che le galee comandate Marcello Contari ni presero una fusta, e Sebastiano Petrotin di Corfù catturò con essa 100 tripolini; pei quali danni altra volta fu invano reclamato. All’ uopo di ottener ragione manda Mamet ben Monsoer (Mahmud ben Mansur ?) che accredita (v. n. 115), pregando siano restituiti almeno quelli dei suddetti tripolini che sono in vita. Chiede che le galee veneziane stiano almeno 15 giorni in quei porti, e che si permetta ai mercanti mori di navigare sulle galee stesse per Ponente e Venezia (v. n. 120). 117. — 1506, Giugno 6. — c. 76 t.° — Il magistrato e il senato di Norimberga al doge e al suo Consiglio. Chiedono essere informati delle leggi vigenti in Venezia in materia di orfani e pupilli, coll’ invio d’ una copia delle stesse a mezzo del latore della presente (v. n. 127). Altra copia ne sta a c. 84. 1506, Giugno 16. — V. 1506, Aprile 23, n. 103. 118. — 1506, ind. IX, Giugno 24. — c. 75. — Istrumento in cui si dichiara che il rappresentante del re di Ungheria nominato nel n. 102 confessò di aver ricevuto dalla veneta Signoria, e per essa da Giovanni Delfino camerlengo del comune, 10000 due. d’ oro, a conto della somma dovuta dalla republica al detto re (v. n. 109 e 119). l'atto presso il monastero di S. Giorgio Maggiore, in Venezia, nella residenza del bano. — Testimoni: Enterico canonico di Varadino e Strigonia, Andrea De-scovich segretario del bano (che servirono da interpreti), Francesco dalla Giu-decca segr. due. e Giovanni Trevisano scrivano dei camerlenghi del comune. —-Atti Giov. Battista del fu Luigi Adriani not. imp. e segr. due.