252 COMMEMORIALI, LIBRO XXII 111. — 1546, ind. IV, Aprile 26. — c. 94 t.° — Atto d’investitura dei beni venduti col n. 107, analogo al n. 110. — Qui oltre i due nominati è accennato un terzo giudice: Vittore Pisani (v. n. 110 e 112). 112. — 1546, Aprile 2(5. — c. 96 t.° — Atto d’investitura dei beni venduti col n. 108, analogo al n. 110 (v. n. Ili e 113). 113. — 1546, ind. IV, Giugno 2. — c. 97. — Giovanni del fu Lorenzo Minio, procuratore delle monache di S. Lucia di Venezia (procura 4 Giugno in atti di Carlo Bianchi), vende al doge e alla Signoria la parte dei nove molini mentovati nel n. 106 spettante a quel monastero pei testamenti delle defunte Cristina (23 Ottobre 1482, in atti di Pietro de’Rossi caliceli, ducale) e Franceschina (45 Aprile 1508, in atti di Isidoro Bagnolo pievano dei Ss. Apostoli), figlie di Jacopo Valiero, nonché pel testamento di Caterina loro madre (12 Aprile 1482, Chiog-gia, atti di Gabriele da Canale), pel prezzo di due. 1000 che dovranno essere dal monastero investiti sicuramente (v. n. 112 e 114). Fatto ed atti come il n. 106. — Sottosòritto da Leonardo Marino e Zaccaria Michele, giudici dell’ esaminador.— Testimoni: Febo Cappella e Gian Antonio Novello, segretari due., e Giulio Contarmi provv. al Foresto. 114. — 1546, ind. IV, Giugno 6. — c. 98. — Atto d’investitura, simile al n. 110, dei beni venduti col n. 113. Qui intervengono come testimoni i banditori Alvise de’ Rossi e Francesco de’ Grassi (v. n. 125). 115. — 1540, ind. Ili, Giugno 7 (*). — c. 81 t.° — Trattato stipulai» da Giovanni visconte de l’Isle, barone di Malpas e Som ere j, cavaliere della giarrettiera, signore di Basset e Tyasse, grande ammiraglio d’Inghilterra, Guglielmo Paget regio segretario, e Nicolò Votton decano delle chiese di Canterbury e di York e regio consigliere, rappresentanti il re d’Inghilterra Enrico Vili, con Claudio signore d’Annebaut, barone della Hunaudaye, di Rets e di Houmet, cav. di S. Michele, maresciallo ed ammiraglio di Francia e luogotenente generale del re, Pietro Remon cav-, signore di Corsilani, r. consigliere e presidente del senato di Rouen, e Guglielmo Bochetel signore di Saissac segretario di stato, rappresentanti Francesco I re di Francia. Per finire ogni dissensione fra i due sovrani pattuiscono : Le parti si perdonano vicendevolmente le 'ingiurie fattesi e i danni datisi. Quind’ innanzi sarà pace ed alleanza sincera fra esse. Ciascuna di esse non solo non offenderà l’altra, ma non permetterà che la offendano i rispettivi sudditi, ne darà favore ai suoi nemici ; ciò pei domini ora rispettivamente posseduti. I sudditi delle parti si tratteranno vicendevolmente con amicizia, e quelli dell’ una potranno liberamente viaggiare (non però in compagnie di oltre 100 armati) e trafficare negli stati dell’ altra. Ciascuna di esse abolirà tutti i diritti imposti da 50 anni addietro fino ad oggi nei propri stati a carico dei sudditi dell’ altra, trattine quelli esistenti in forza degli antichi trattati.