250 COMMEMORI AI. I, LIBRO XXII 104. — 1545, Novembre 8. — c. 81. — Versione in volgare di lettera di Solimano sultano dei turchi al doge. Fa sapere, che in esecuzione del pattuito nel n. 43, furono versati nel tesoro imperiale : 100000 zecchini dall’ ambasciatore Alvise Badoaro, 50000 dal bailo Girolamo Zane, 75000 dal bailo Vincenzo Zantani, 25000 dal chiaus Mehemet ; 1800 dall’ ambasciatore Stefano Tiepolo, ed ultimamente da questo e dal bailo Alessandro Contarini 32000 ; in tutto zecchini 300000. Data a Costantinopoli. 105. — 1545, Novembre 18. — c. 78. — Versione in volgare di ordine di Solimano sultano dei turchi ài sangiacco di Clissa e al cadi di Scardona. Esposto come certo Mohamed Matto capo de’ provvisionati in Nadin abbia, col consenso di Ulama bei sangiacco di Bosnia, invaso 49 ville del distretto di Zara, pretendendo spettassero alla Turchia ; esposte le disposizioni date successivamente per verificare il diritto dei turchi ; a richiesta dell’ ambasciatore Stefano Tiepolo, il sultano ordina che nessun suo suddito ardisca molestare ulteriormente i sudditi di Venezia entro i loro confini. Dato in Costantinopoli. — Si nota che T originale è presso 1’ oratore di Zara che era a Costantinopoli. 106. — 1540, ind. IV, Aprile 19. — c. 90 t.° — Delfino del fu Ottaviano Valiero dichiara di vendere al doge Francesco Donato e alla Signoria la parte spettantegli di una proprietà di nove molini, con terreni, fabbriche, canali ecc. nel distretto delle Bebbe, con tutti i diritti derivantigli : da deliberazione del Maggior Consiglio, 12 Agosto 1324 (v. n. 407 allegato B del libro II), che permetteva ad Ungarello Natale e compagni 1’ erezione di molini nel Foresto di Bebbe; da vendita 22 Maggio 1425 fatta dai Morosini ai suoi autori (¡strumento in atti di Alvise Rosso coadiutore di Sebastiano Piloto notaio all’ ufficio delle confiscazioni), da altra vendita, fatta ad esso Delfino da Antonio e Matteo del fu Curso e da Olir so del fu Cattaneo, della fossa e canale detto Donamata (istru mento 7 Maggio 1475, Bebbe, atti Francesco Forata) e da istrumento di livello perpetuo fatto con suo fratello Gian Girolamo Valiero (19 Dicembre 1536, Chioggia, atti di Pietro Donato; — i quali beni Ottaviano padre del venditore aveva ricuperati in parte, a titolo di dote materna, dall’ ufficio delle cazuile (che aveva sequestrato la sostanza di Delfino suo padre per debiti d’impóste), con istrumento 9 Novembre 1501 in atti del notaio Giovanni Tura, e in parte vendutigli dal detto ufficio (beni sequestrati a Stefano-del fu Jacopo Valiero) con istrumento 24 Luglio 1511 in atti di Giorgio Dario. Il prezzo di vendita è stipulato in ducati 3333 (da 1. 6,4) e grossi 8, quota spettante al venditore per la sua parte di proprietà dei molini (eh’ erano stati distrutti), più due. 500 per altri beni di sua assoluta spettanza, salvo il pagamento del livello a Giangiro-lamo, e 1’ assicurazione della dote, che il venditore dovrà assumere a proprio carico, e per cui si pattuiscono le norme opportune.