DOGE LEONARDO LOREDANO 57 letti esecutori, cominciando dalla fine dell’ anno corr. Resta ai medesimi o al loro procuratore facoltà di alienare il detto credito in tutto o in parte. Fatto in Venezia nella sala nuova della Signoria. — Testimoni : Gaspare dalla Vedova, Giorgio de Negro e Zaccaria Freschi, segretari due. — Atti Bernardino Ambrosi. Ai.legato A: 1503, Giugno 7. — Deliberazione del Consiglio dei dieci (in volgare) con cui si assegna sull’ ufficio del sale e come è detto di sopra il pagamento dei 3000 due. pur di sopra mentovati. Allegato B: 1502, ind. V, Maggio 9. — Oliviero (Caraffa) cardinale vesc. di Sabina, detto di Napoli, e Francesco (Piccolomini) card. diac. di S. Eustachio, detto di Siena, esecutori testamentari di Marco (Barbo) card. vesc. di Palestrina, fanno sapere di aver dato a Giovanni di Aragona chierico della diocesi di Tarazona facoltà, quale loro procuratore : di adire ed esigere 1’ eredità lasciata al detto Barbo dal fu Angelo Fasolo vescovo di Feltre (esistente essa eredità in parte presso Bartolomeo Paruta vescovo di Filadelfia e in parte presso Giovanni del fu Nicolò Fasolo di Padova) ; di erigere e dotare con essa eredità una cappella in Feltre ed una in Chioggia; di esigere ogni altro credito del predetto cardinale Barbo compresi quelli derivantigli dal patriarcato di Aquileia, e di trattare perciò col doge di Venezia e con chiunque altro fosse necessario. Fatta in Roma nelle case dei mandanti. — Munita dei sigilli degli stessi. - Testimoni: Giovanni de Gesualdo, Giovanni Pietro de Slistar della diocesi di Tropea e di Gonza, Teodoro Poliziano della diocesi Urclinensis (?) e Vittorio de Monsquinis canonico Ilermense. — Atti Pietro Lelii prete della dioc. di Cambrai not. apost. ed imp. 220. 1504, ind. VII, Gennaio 7. — c. 207 t.° — Ladislao (VI) re di Ungheria e Boemia e Giovanni Badoaro dott. oratore di Venezia pattuiscono : che il tempo pel pagamento dei 30000 ducati 1’ anno convenuto nel n. 210, decorrerà dal 1 Gennaio 1503 ; che fatti i conti del già pagato ad Alberto Lonyay capitano a Segna, a Sebastiano Giustiniani per Mattia Garbar di Buda, ad Antonio mercante di Venezia, a P'rancesco e Martino Cotta e ad altri, per conto del re, quest’ ultimo sarà interamente saldato di quanto gli spetta. Fatto come il n. 216. — Testimoni: Sigismondo Thurzó vescovo di Neutra r. segretario, Stefano (de Zarmach) vescovo di Sirmio, conte Pietro de Bozyn e di S. Giorgio voivoda di Transilvania, Leonardo de’ Massari medico ed Antonio di Giovanni da Venezia. — Atti Giovanni Jopis dott. in ambe not. apost. 221. — 1504, Maggio 15. — c. 179 t.° — Pietro Pasqualigo ambasciatore in Spagna al doge (in volgare). Scrive che alcuni della Biscaglia, ottenuto nel 1488 dai sovrani di Spagna diritto di rappresaglia contro i veneziani, lo ebbero confermato nel 1500 in Granata ; sapendo poi che la sospensione impetrata dal Pasqualigo in Perpignano valeva solo pei porti posseduti da re Ferdinando, il 26 Aprile passato fecero pubblicare tal loro diritto in Siviglia e Cadice, per usarne probabilmente contro le galee veneziane di Fiandra. In seguito a ciò lo scrivente COMMEMORIALI, TOMO VI 8