148 COMMEMORIALI, LIBRO XX ad Andrea Gritti ed Andrea Trevisano, e di 500 scudi prestati al detto Caroldo nell’ Ottobre passato, e ne fa quitanza. Data a Milano. 81. — 1518, ind. VI, Luglio 23. — c. 61 (74). — Alvise Pisani dal banco procuratore di S. Marco, del fu Giovanni, ad istanza di Vincenzo Striga e soci (v. n. 82), guarentisce con tutti i’suoi beili che nessun danno verrà alla república dall’ accordo stipulato da Jacopo Spatafora e dai suddetti con Ugo di Moneada (v. n. 83). Fatto nella sala del Maggior Consiglio in Venezia. — Testimoni : Alberto Te-daldini e Giov. Batt. Ramusio, segretari due. — Atti Benedetto Pelestrina. 82. — 1518, Luglio 24. — c. 62 (72) t.° — Ducale con cui si dà facoltà a Giacomo Spatafora, console veneto in Messina, di accertare che i veneziani Andrea Magno, Cipriano Malipiero, Andrea Garzoni cav. di Rodi, Donato Marcello, Nicolò Michele dott., Vincenzo Striga, Domenico Bizzo ed altri sono gli effettivi proprietari delle merci catturate, sotto pretesto di contrabbando, con la nave veneziana che le portava, nelle acque di Milo da un galeone di Ugo de Moneada priore di S. Eufemia e di Messina viceré di Sicilia. Ed essendo questo, in seguito a querela dei detti danneggiati e del console davanti ai tribunali di quel regno, venuto ad accordo con essi, lo Spatafora è pure autorizzato a ratificare la convenzione e a promettere che nè il Moneada nè i suoi e le sue cose mai avranno ad esser molestati dai veneziani per la detta causa (v. n. 81 e 83). — Deliberata in Collegio coi consiglieri: Stefano Contarmi, Pietro Marcello, Antonio Morosini e Francesco Bragadino. 83. — 1518, Luglio 24. — c. 63 (73). — Il doge a tutti gli ufficiali militari di terra e di mare e a tutti i rettori ed ufficiali civili della república (in volgare). Avendo, in seguito a reclamo del console veneto e dei danneggiati, Ugo di Moneada dichiarato essere avvenuta contro sua volontà la cattura accennata nel n. 82, e state rese ai proprietari, per via di accordo, le cose lor tolte; il doge ordina che il Moneada e i suoi dipendenti sieno dovunque trattati amichevolmente, però senza liberare li agenti che si trovorono sul . . . galione, ma assolvendo dall’ azione civile i patroni Giovanni Joanguillo, Agostino de’ Castanti e lo scrivano Allifranch Camegi. Deliberata come la precedente. 1518, Luglio 31. — V. 1518, Agosto 17, n. 84. 84. — 1518, ind. VI, Agosto 17. — c. 64 (74) t.° — Il doge fa sapere di approvare e ratificare l’allegato A, e ne promette 1’ osservanza per parte di Venezia. Data nel palazzo ducale di Venezia. — Sottoscritta dal segretario Alberto Te-daldini (v. n. 85).