90 COMMEMORIGLI, LIBRO XIX vereto al doge (in volgare). Informa sui benefici ecclesiastici di collazione del doge nella Valle Lagarina, i quali erano: il priorato di S. Margherita conferito ultimamente a Girolamo Giustiniani nipote del doge, la cappella di S. Cristoforo di Pomarolo conferita ad Alessandro di Lodrone, la chiesa di S. Ilario tenuta da Antonio de’ Cerri castellano in Castel Barco, S. Antonio di Avio tenuto da prete Carlo dottore di Verona, e la cappella di S. Caterina di Brentonico goduta da prete Valentino Burla con obligo di celebrare certe messe nel castello di Dosso Maggiore, presentata al doge con approvazione del vescovo di Verona, dal già podestà Nicolò da Pesaro. Data a Rovereto. 125. — 1506, (Ottobre). — c. 92 — Lettera (in volgare) di Pietro Balbi, Alvise Bimondo, Alvise da Molino e dei provveditori ai cottimi di Damasco e Alessandria, deputati a trattare coll’ ambasciatore del sultano di Egitto, al viceconsole in Alessandria. Il detto ambasciatore arrivò a Venezia il 17 Settembre; fecero considerare allo stesso il danno che reca al commercio veneto il prezzo esorbitante del pepe che sono obbligati a prendere i veneziani, prezzo che costituisce perdita dopo la concorrenza che fanno i portoghesi. In tal considerazione, dietro ordini del sultano, I’ ambasciatore assenti che i veneziani possano importare in Egitto per 100000 ducati di merci esenti da dazio (decidevi). Si convenne poi di. mandarvi tanto rame, sembrando il più vantaggioso. Per accertarsi, si pensò inviare in Egitto Francesco da Monte circasso, già dragomano a Damasco, a cui fu data la istruzione n. 126 (*). Si aggiunge, in cifra, accordarsi, al caso, una riduzione sul prezzo del rame, e si raccomanda al viceconsole di trattar 1’ affare col sultano pel maggior vantaggio dei veneziani. (’) II Senato scrisse in proposito al sultano il 26 Ottobre (v. Senato, Deliber. secr. Reg. 40, c. 192 t.o ) e il da Monte parti da Venezia il 21 Novembre (v. M. Sanuto, Diarii VI, 496). 126. — (1506, Ottobre). — c. 93. — Istruzioni date a Francesco da Monte come è detto nel n. 125. Si premette che i mercanti veneziani andati in Alessandria colle ultime galee comandate da Paolo Calbo furono obligati dal sultano ad acquistare 460 sporte di pepe a due. 192 1’ una, quantità e prezzo esagerati che resero impossibile la vendita di quella merce, onde i mercanti non poterono pagarla e furono maltrattati, e perfino alcuno condotto al Cairo in catene. Si espone la missione fatta dal sultano del suo inviato (v. n. 125) il quale manda a quel principe un proprio ufficiale per ottenere 1’ approvazione delle sue negoziazioni colla Signoria. Si parla del progetto dell’ invio del rame, per essere accertati della buona riuscita del quale (e all’ uopo se ne dimostra con cifre e ragionamenti la convenienza) si ordina al da Monte di recarsi in Egitto per vedere di assicurare ivi la riuscita dell’ affare, e per ciò gli si danno istruzioni, e facoltà circa il prezzo di vendita del rame, ed altro (v. n. 135). 127. — 1506, Novembre 9. — c. 84. — Ducale al comune di Norimberga, in