44 COMMEMORI ALI, LIBRO XVIII Ladislao VI re di Ungheria e Boemia, Giovanni Alberto re di Polonia, o uno di essi, e Venezia, contro i turchi (v. n. 173). Dato nel palazzo ducale di Venezia. '170. — S. d. (1501, Gennaio-Giugno). — c. 166. — Il doge, dopo la morte del conte Nicolò Rangoni Aglio di Guido, rinnova a favore dei tigli del primo, Guido ed Annibaie, anche a nome dei loro fratelli Francesco, Alessandro Ercole, Antonio Galeazzo, Girolamo e Lodovico, le investiture 27 Dicembre 1151 (v. libro XIV n. 329) e 22 aprile 1469 del feudo di Cordignàno. Data nel palazzo ducale di Venezia. — Con bolla d’ oro. Deliberata in Collegio, essendo consiglieri: Alvise Muazzo, Domenico Marino, Francesco Bernardo, Andrea Veniero e Pietro Duodo. 1501, Febbraio 1. — V. 1501, Maggio 13, n. 177. 171. — S. d. (1501 Febbraio *). — c. 204. — Inventario di argenterie e pelliccerie mandate in dono a Consalvo Fernandez capitano dell’ armata dei re di Spagna, per mezzo di Gabriele Moro destinato oratore al medesimo. Seguono annotazioni : 1501, Aprile 8. — Il Moro consegnò a Benedetto Pesaro capitano generale del mare due. 3200 da spedirsi in Candia per la flotta. Altri danari (due. 1000 e 5 barili di tome si) furono consegnati al Pesaro da Lorenzo Loredano. Segue dichiarazione di Gianfrancesco Benedetti, not. due. e segretario del Moro, della consegna degli argenti al Fernandez, presente anche Francesco Flo-riani dottore. Segue dichiarazione che Andra Dasilio (Basegio) consigliere, e cassiere del Collegio, ricevette due. 900 da Gabriele Moro per paghe al presidio dei castelli di Corfù, come da lettere del Moro stesso 28 Febbraio 1501. — Sottoscritta dal Basilio. (*) Il Moro fu eletto ambasciatore al Fernandez il 14 Febbraio 1501 ed ebbe la commissione il 20 (v. Senato, Deliberazioni secreto, Reg. 38, c. 112 e 114 t.o). 172. — 1501, Marzo 5. — c. 154 t.° — Breve di papa Alessandro VI ad Angelo (Leonini) vescovo di Tivoli e suo oratore a Venezia. Comincia col dichiarar falsa 1’ accusa fatta al duca Valentino (Cesare Borgia) del ratto di certa donna, e dice meravigliarsi che il doge e la Signoria mostrino per essa mal animo verso il detto principe; spera che si ricrederanno. E suo grande desiderio d’essere amico di Venezia; consentì a quanto essa volle, concesse le decime ecclesiastiche ripetutamente, e fece’predicare il giubileo e la crociata dai Minori osservanti, devolvendo il ricavato alla spedizione contro i turchi ; propose di mandarvi propria flotta con cardinale legato, promise 40000 ducati al re d’ Ungheria perchè si mova contro quegli infedeli. Conoscendo poi non bastanti le forze venete e pontificie, concedette anche in Francia e nella Spagna le decime e le indulgenze del giubileo