DOGE LEONARDO LOREDANO 145 Rovere lo promette per sua parte; egli lascierà liberi gli ostaggi e prigioni sudditi della Chiesa (v. n. 68). Tizzone Gaetano promette in nome del della Rovere 1’ osservanza di quanto sopra. A tergo del breve si legge : 1517, ind. V, Settembre 27. — Presentato a Francesco Maria Feltrio della Rovere duca di Urbino da Tizzono Gaetano il breve qui sopra, quel principe dichiara (in volgare) : essendogli stato impossibile finire l’impresa della ricuperazione del ducato, per averlo le milizie spagnuole, contro la fede data, abbandonato, e per doverlo ora abbandonare le francesi e guascone, protesta non aver però mai dato incombenza al Gaetano di chiedere al papa 1’ approvazione e l’accettazione contenute nel breve ; trovarsi però obbligato a cedere ed aderirvi, anche per condiscendere alle esortazioni delle persone fedeli, e quindi accetta e ratifica le sopraesposte condizioni. Fatto nella stanza del duca, palazzo ducale di Urbino. — Presenti: Girolamo Vanno dottore e Francesco Battiferro, urbinati, e conte Galeazzo della Bordella da S. Angelo in Vado. — Atti Alessandro Neri da Urbino not. imp. I priori del comune di Urbino attestano la legalità del rogatario sottoscritto qui sopra. Data in Urbino. — Sottoscritta da Nicolò Sanson cancelliere. 67. — 1517, Settembre 20. — c. 51 (60) t.° — Alvise Mocenigo cav., oratore al sultano di Turchia, al doge (in volgare). Conferma lettere scritte col suo collega (Bartolomeo Contarmi) il 5 corr. Espone le negoziazioni susseguenti per la conclusione delle trattative per Cipro e pel commercio veneziano in Egitto e in Siria. Dice che il sultano, dopo consegnata agli oratori la lettera n. 65, fece lor dire voler di rinnovata la pace con Venezia, e ne mandò loro un modello del trattato, il che li sorprese, non avendo essi facoltà di negoziare ; ma non vedendovi novità, accettarono ; poi ebbero invito, esso Mocenigo, che era malato, e l’interprete Teodoro Paleologo, da Jonus bassà, per parte del sultano, di andare col resto dell’ armata turca che partiva per Costantinopoli, invito ripetuto da Mohamed bassà con assicurazioni che s’ era ordinato a Peri bassà di onorare in detta città il Mocenigo, il quale, quantunque a malincuore, si arrese. La presente doveva essere scritta al Cairo, ma ragioni di opportunità, che espone, la fecero differire. Dice che la squadra con cui viaggia è di circa 25 vele comandata da Cortogoli, con 500 giannizzeri (v. n. 64). Data a Rosetta. 68. — 1517, Settembre 27. —■ c. 192 (202) t.° — Dionigio (Briconnet) vescovo dì S. Maio, ambasciatore del re di Francia presso il papa a (Tomaso di Foix) di Lescun luogotenente d’ esso re in Romagna (la lettera è in volgare, probabilmente traduzione). Aderendo a desiderio espresso dal duca di Urbino, e dal papa con breve del 16 corr., dichiara di aver promesso in nome del detto re che il pontefice osserverà inviolabilmente quanto sta nel breve n. 66. Data a Viterbo. COMMEMORIGLI, TOMO VI 19