DOGE LEONARDO LOREDANO 75 quel sovrano acconsentì mettendo per condizione quanto sta nel n. 47, che consiglia venga accettato. Chiede che il governo di Venezia inviti i suoi cittadini a riprendere gli interrotti traffici, assicurandoli che saranno ben trattati (v. n. 54). Data il 15 del mese di Sual, anno a nativitale Maumette nonagesimo nono. 54. — (1504?) Marzo. — c. 29 t.° — Traduzione in volgare di lettera del signor del castello di Damasco al doge. Simile al n. 53 (v. n. 57). 55. — 1503, ind. VI, Maggio 20 (sic, recte 1504, Aprile 2 *). — c. 39 t.° — Ducale (in volgare) in cui si dichiara che il doge, per la Signoria e la republica Venezia, giurò il trattato stipulato per quelle da Zaccaria Freschi col sultano dei turchi in Costantinopoli, trattato portato dal Freschi e da Ali-bey al doge, da questi rimandato ratificato, e del quale nel testo della presente si riproducono gli articoli, il tutto nella forma richiesta dal n. 36 (v. n. 64). Data nel palazzo ducale di Venezia. — Sottoscritta dal doge, e munita di bolla d’ oro massiccio pendente da cordone di seta cremisi e d’ oro. Notisi che la presente fu consegnata a Iacub bey che parti per Costantinopoli col segr. due. Giorgio Negro. (*) La data 20 Maggio 1503 è portata dal Commemoriale; il contesto fa vedere che è errata ; infatti la ducale fu deliberata dal Senato il 2 Aprile 1504 (V. Sen. Delib. secr. Reg. 40. c. 3 t.o ). 56. — (1504), Aprile 7. — c. 43 t.° — Baiazette II sultano dei turchi al doge (in volgare). Espone che abitanti di Schiati assaltarono nello stretto di Platamona una nave dei figli di Amar bey cagionando a questi una perdita di 150000 aspri; che navigli di Skiro catturarono quattro giannizzeri, due dei quali furono venduti ; che finalmente furono da sudditi veneti catturate due griparie turche, condotte in Candia ed ivi vendute col carico. Si lagna di tali fatti che sono contrari alla pace vigente, e chiede che siano risarciti i danni e castigati i danneg-gianti ; per le trattative inerenti manda Ali bey. Data a Costantinopoli. 57. — 1504, Aprile 10. — c. 30. — Bartolomeo Contarmi console in Damasco e in Siria al doge (in volgare). Conferma sue precedenti relative ai tentativi fatti al Cairo per mezzo di Cadi Texedin; dice aver definita con quel sultano la questione del pepe, esponendo i patti, che crede vantaggiosi. Il sultano concedette agevolezze ai commercianti veneziani ; manda i documenti n. 46 e 47 ; parla di qualche difficoltà ancora esistente col governatore e col castellano di Damasco, che spera appianare. Aggiunge che il sultano prescrisse norme pei creditori del cottimo di Damasco, e chiede gli si mandino danari all’ uopo; ch’ebbe molti fastidi per le due galee andate a Tripoli, e che durò molta fatica a persuadere il governatore di Damasco esser ciò avvenuto per forza maggiore. Parla della necessità di regolare le cose del detto cottimo (v. n. 53). Data a Damasco.