DOGE ANDREA GRITT1 185 d’Italia, i confederati invaderanno il regno di Napoli, il quale, cacciatine gli imperiali, resterà al papa, die pagherà per esso al re un censo annuo conveniente, non inferiore a 75000 scudi d’oro del sole; non avvenendo cambiamenti nel detto regno, il re intende mantenervi tutti i suoi diritti. Morendo uno dei confederati vigente questo trattato, il suo successore potrà entrarvi. I collegati prendono in protezione la casa de’ Medici, obbligandosi a mantenerla nella posizione che ora tiene in Firenze ; e il papa promette che quella república nulla opererà contro di essi. Il re d’Inghilterra è nominato protettore e conservatore della lega stretta col presente, onde questo sia osservato dai contraenti, sperando che vorrà entrarvi come uno di essi, nel qual caso promettono sarà dato a quel sovrano o a suo figlio naturale un dominio nel regno di Napoli del reddito di almeno 30000 ducati, ed uno al cardinale di York (Tomaso Wolsey) di 10000. Concluso il presente, niuno dei contraenti potrà contrarre altri impegni ad esso pregiudiziali senza consenso degli altri ; e se ne avessero già, siano ritenuti nulli. Avanti la ratificazione i singoli collegati nomineranno i rispettivi aderenti; il papa nomina fin d’ ora il re d’Inghilterra e il marchese di Mantova ; il re di Francia nomina i re d’Inghilterra, Scozia, Navarra, Portogallo, Polonia ed Ungheria, i duchi di Savoia, Lorena e Gheldria, gli Svizzeri; Venezia nomina il re d’Inghilterra. Si provvede pel pagamento del contributo dovuto dal re di Francia. Il presente sarà ratificato entro un mese ; il papa e Venezia guarentiscono pel duca di Milano, se questo non potesse farlo personalmente. Non essendo esso duca intervenuto nemmeno col mezzo di rappresentanti nel presente, i procuratori del papa e di Venezia promettono che egli lo ratificherà. Niuno dei contraenti condurrà per capitano alcuno che sia già al servizio di un altro ; avendo poi il papa condotto il genovese Andrea Doria, il rappresentante del re di Francia lo reclamò perchè impegnato con lui ; il procuratore pontificio disse non aver poteri ; gli altri promisero di adoperarsi onde sia rilasciato al re (v. n. 15 e 63). Fatto a Cognac. — Sottoscritto da Capino de Capo cav. procuratore del papa, da Carlo duca di Vendóme, da Antonio (du Prat) arcivescovo di Sens cancelliere di Francia, da Odetto di Foix, da Anna de Montmorency, da (Francesco) de Tournon arcivescovo di Bourges, da de Selve, da Robertet e da Andrea Bosso procuratore della Signoria di Venezia (v. n. 63). 15. — 1526, Maggio 22. — c. 13. — Articoli aggiunti al precedente trattato. Se si potranno espellere gl’ imperiali dal regno di Napoli in tutto o in parte, se il re di Francia potesse occupare le provincie contigue al regno ora tenute da quelli, se 1’ imperatore restituirà i figli al detto re e assentirà a quanto è detto nel precedente ; potranno essergli restituiti tanto il mentovato regno quanto le provincie, riservato al papa nel regno stesso un dominio del reddito di 40000 ducati, o un annuo assegno equivalente da pagarsi dal detto sovrano. I confederati promettono di difendere la república di Firenze come fosse uno dei contraenti principali del trattato (v. n. 16, 17 e 40). Fatto e sottoscritto come il precedente. COMMEMORIALI, TOMO VI 24