DOGE ANDREA GRITTI 213 Fatto in un magazzino delle case dei procuratori di S. Marco in Venezia. — Testimoni : Girolamo Givrano interprete della Signoria, Lorenzo Rocca segretario e Gio. Francesco Ottoboni not. ducali. — Atti Antonio Corona. Allegato: 1531, Gennaio 9. — Versione dal turco in volgare di dichiarazione fatta dai suddetti turchi del danno loro recato da sudditi di re Ferdinando che ripararono in Marano, con descrizione delle cose lor tolte. Scritto da Calil figlio di Kodgia Ali da Khilan abitante in Aleppo. — Testimoni: Hagi Oltman figlio di Abdulrehman figlio di Zetim di Aleppo, Emirzen tìglio di Kodgia Ali da Chylam, Eccamtr f. de Chozachi da Kilan — Tradotto dal Civrano suddetto. 1537, Marzo 26. — V. 1538, Aprile 18, n. 115. 115. — 1532, Aprile 18. — c. 128. — Francesco II Sforza duca di Milano ecc., veduto 1’ allegato, dà facoltà a Benedetto da Corte suo oratore a Venezia di concludere col doge la convenzione relativa, e ne promette 1’ osservanza. Data a Vigevano. — Sottoscritta dal duca e da Bartolomeo Ronzoni. Allegato : 1532, Marzo 26. — Deliberazione (in volgare) del Senato veneto che dà facoltà al Collegio di concludere la convenzione n. 117. 116. — 1532, Aprile 19. — c. 131 t.° — Bolla di papa Clemente VII ad perpetuarn rei memoriam. Ad istanza di Alessandro Averoldi, Roberto Maggi e Rode-rico Niño, esecutori testamentari di Altobello Averoldi vescovo di Pola, approva e conferma: la istituzione fatta da quest’ultimo di due canonicati nella chiesa dei Ss. Nazzaro e Celso di Brescia di cui il vescovo era stato proposito; la riservazione del giuspatronato di quei benefici, jon diritto di presentazione, a Gian Francesco Averoldi ed a’ suoi discendenti maschi ; la costituzione di dote pei detti canonicati mediante una tenuta in contrada de’Molini de’ Maggi, ed una in contrada de'Dossi, territorio di Poinpiano, finalmente la nominazione a titolare dei benefìci stessi di Gianfrancesco Alloisium da Castello Bresciano e Battista Corbello da Dorno preti bresciani. Data a Roma presso S. Pietro (XIII hai. Maii). Segue autenticazione di copia, fatta da Domenico del fu Antonio Vennoni nota Brescia. 117. — 1532, ind. V, Giugno 7. — c. 127 t.° — Il doge e la Signoria e il procuratore del duca di Milano nominato nel n. 115 pattuiscono : I rei di omicidio pensato e di casi atroci, condannati e banditi dai domini dell’ uno dei contraenti, non potranno essere accolti in alcun luogo appartenente all’ altro (pei rei milanesi s’intenderanno i soli domini veneti di Terraferma) ; coloro che vi riparassero saranno consegnati al rispettivo sovrano. Fatto in Venezia in Collegio solenne. — Testimoni : Andrea de’ Franceschi cancellier grande, il rev. Antonio Pellestrina segretario del da Corte, Giov. Battista Ramusio e Gaspare Spinelli, ambi segretari ducali. — Atti Antonio Corona.