198 C0MMEM0RIALI, LIBRO XXI segue per parte dei rispettivi mandanti, di Venezia, di Firenze e del duca di Ferrara, nonché del papa, entro determinati termini ; mancando le ratificazioni entro il tempo fissato, il marchese non sarà obligato al mantenimento delle milizie di greve armatura. Il marchese è assunto in protezione perpetua coi suoi discendenti e stati da tutti, singolarmente e collettivamente, i potentati qui contraenti, che promettono difenderlo contro chiunque con armi spirituali e temporali. Ei sarà incluso in tutti i trattati che stipulassero i medesimi potentati. Questi guarentiscono al marchese il possesso del castello di Solarolo e dipendenze, che sarà confermato dal papa. Il quale, coi cardinali, terrà il marchese per capitano generale della Chiesa, come finora, e alle vigenti condizioni ; in caso poi che il marchese avesse a servire effettivamente la Chiesa in tal qualità, non sarà tenuto al mantenimento delle mentovate milizie. Tutti i detti potentati, e specialmente Venezia e il duca di Ferrara, daranno libero transito pei rispettivi domini a merci e derrate d’ ogni specie destinate agli stati del marchese, verso pagamento dei consueti diritti ; egìi poi potrà esportare liberamente grani dalla Romagna e dalla Marca d’ Ancona per Mantova. Il marchese entra coi suoi successori fra gli alleati, tenendone per amici gli amici e per nemici i nemici, nella forma voluta dal trattato n. 14 ; di più entro il Natale futuro manderà agli ordini del signore di Lautrec, e manterrà per 6 mesi, 80 cavalieri di greve armatura, non avendo altro aggravio dai confederati. Egli si opporrà con ogni potere al passaggio pe’ suoi domini di genti, aiuti, vettovaglie ecc. a vantaggio dei nemici ; se poi i suoi stati fossero invasi da nemici e non potesse difendersi, ne darà avviso al campo degli alleati, nel qual caso potrà anche richiamare gli 80 cavalieri summentovati, e i contraenti lo soccorreranno. I suddetti rappresentanti e il marchese si giurano vicendevolmente l’osservanza del presente. Fatto nella stanza del marchese nel castello di Mantova. — Testimoni : Girolamo de’ Scopoli cav. e Girolamo de’ Medici da Lucca, giureconsulti e consiglieri, conte Nicola de’ Maffei consocio e collaterale generale e Gian Iacopo Calandra segretario, del marchese, tutti di Mantova. — Sottoscritto dai suddetti rappresentanti e dal marchese. 66. — 1527, ind. XV, Dicembre 8. — c. 65. — Istrumento in cui si dichiara che- Giovanni Antonio Giustiniani, provveditore veneto in Cotignola, in obbedienza all’ allegato B presentatogli dal procuratore del duca di Ferrara nominato nell’ allegato A, consegnò la detta terra, già tolta dalle milizie veneziane ai nemici, al procuratore stesso che ne confermò il ricevimento alla presenza del dottore Francesco Volpati vicario di Alvise Foscari provveditore veneto a Ravenna. Fatto nella chiesa di S. Stefano di Cotignola. — Testimoni: Lorenzo Dal-1’ Oca dott. di 1. vicario in Lago (Lugo ?), Marcantonio da Faenza capitano di fanteria, Guido Antonio e Raffaele de’ Graziani e Tomaso de’ Marozii, tutti e tre di Cotignola. — Atti di Vincenzo Antonio de’ Mercanti da Brescia cancelliere del Giustiniani. Allegato A: 1527, ind. XV, Novembre 27. — Alfonso d’Este duca di Ferrara, Modena e Reggio ecc., nomina suo procuratore il giureconsulto Francesco