DOGE LEONARDO LOREDANO 161 tano, in possesso, a titolo di commenda,. del monastero di S. Lucia della valle di Besche fuor di Veglia, dell" ordine di S. Benedetto, di giuspatronato del doge di Venezia, commenda vacante per resignazione di mastro Zaccaria de’Garzoni prceceptor della casa gerosolimitana de Phinica, diocesi di Pafo, segretario papale. Ciò quantunque il detto Giovanni Maria tenga anche i benefici mentovati nella seguente. Il possesso si darà previo 1’ assenso del doge. Dispone poi per l’impiego delle rendite del beneficio. Data a Roma presso S. Pietro (XVI hai. Mail) — Sottoscritta da G. de’Rossi (de Rubeis). 129. — 1520, Aprile 17. — c. 114 (124). — Bolla come la precedente, colla quale si ordina ai destinatari di mettere Giovanni Maria Peliza in possesso della chiesa detta abazia di S. Lorenzo fuori di Veglia e delle cappelle di S. Nicolò de Bosara e di S. Girolamo de Crai nella detta isola, benefizi vacanti per resignazione come nella precedente (v. n. 132). Data e sottoscritta come la precedente. 130. — 1520, Maggio 12. — c. 112 (122). — Alfonso duca di Ferrara ecc. a Jacopo Tebaldeo suo segretario a Venezia (in volgare). Non è necessaria una convenzione fra esso duca e la republica per la vicendevole estradizione dei delinquenti, essendo egli disposto a punire i suoi sudditi che commettono reati nei domini di Venezia, e a consegnare a semplice richiesta qualunque delinquente suddito veneto che riparasse ne’ di lui stati. Data a Ferrara. 131. — 1520, Maggio 19. — c. 112 (122) t.° —- Alvise Gradenigo ambasciatore veneto a Roma al doge (in volgare). Il suo predecessore Marco Minio gli consegnò 19750 due. d’ oro destinati al riscatto delle gioie di cui parla il n. Ili ; prega di essere liberato presto dalla responsabilità di quella somma, essendo la sua casa poco sicura. Data a Roma (v. n. 120 e 133). 132. — 1520, ind. Vili, Maggio 22. — c. 115 (125). — Zaccaria de’Garzoni cav. gerosolimitano, segretario apostolico, abate di S. Lucia nella valle di Besche,. di S. Lorenzo fuor di Veglia e di S. Nicolò de Bosara e S. Girolamo de Crai, nomina suo procuratore Marco Antonio Veniero dott. con facoltà di rinunziare in nome d’ esso Zaccaria nelle mani del doge di Venezia, giuspa-trono, ([nei benefizi onde sieno dati a Giov. Maria Peliza di Sacile (v. n. 129 e 137). Fatto in Roma nel borgo di S. Pietro. — Testimoni : Serino Urselino canonico di Famagosta e Agostino de' Pasqualini veneziano. — Atti di Giovanni Grande alias Betliot della diocesi di Beims not. apost. ed imp. 1520, ind. Vili, Maggio 24. — Il collegio degli scrittori dell' archivio della curia romana attesta la legalità del notaio rogatorio nell’ atto qui sopra. COMMEMORIGLI, TOMO VI 21