DOGE FRANCESCO DONATO 277 imperiali, pattuirono: Le parti recedono dalla lite e da ogni mutua pretesa di spese ; i Battaglia pagheranno ai Salerai la metà del prodotto annuo dei beni in questione, cominciando dal 1551 tino a tutto il 1500, e ciò in quanto siano verificate le approvazioni di tutti i Salerai come sopra promesse. In caso fosse pronunciata la sentenza dal collegio di Pavia, se sarà in favore dei Battaglia, il Salerai promette accettarla senza opposizione, e di riuunziarvi se fosse emessa ¡1 favor suo e dei suoi consorziati. Si rimette all'arbitrio del Mandelli la decisione delle vertenze che insorgessero per causa dei conduttori dei beni. Le parti si promettono vicendevolmente 1’ osservanza del presente accordo (v. n. 10). Fatto in Pavia, nell’ abitazione del Mandelli proprietà degli eredi del fu Benedetto da Corte, in parrocchia di S. Martino in petra lata. — Testimoni : Gian Michele del fu Augusto de’ Girardi, Jacopo Francesco de’ conti Gamba-rana del fu Angelo, giureconsulti, capitano (?) Girolamo del fu Gian Antonio de’ Sacchi e Gian Marco Maggi fratello del rogatario. — Atti di Gerardo di Antonio Maggi not. imp. ed apost. di Pavia. Allegato : 1534, Ottobre 8. — Francesco II Sforza Visconti duca di Milano e di Bari, principe di Pavia e conte d’ Angera, signore di Genova, Cremona ed Asti. Per la gratitudine che deve alla veneta Signoria, a richiesta di Marcantonio Veniero dott. ambasciatore di quella, dona alla medesima irrevocabilmente i beni già devoluti alla sua camera ducale pei demeriti di Pietro Antonio e Lodovico fratelli de’ Battagli, con facoltà di cedere a chiunque i beni stessi. Data nel castello di Pizzighettone. 10. — 1551, Maggio 2. — c. 12 t.° — Essendosi, a richiesta della Signoria veneta, per rimovere Andrea Rosso detto Chiappino dall’ amministrazione dei beni di Castelleone per affidarla a Giov. Battista Cumis, in esecuzione del n. 9, Benedetto Salerai e Gian Lodovico, Pietro Paolo e Michele Battaglia si promettono vicendevolmente di guarentirsi il pagamento dei frutti pattuito nel detto istrumento pei 10 anni 1551-1560 (v. n. 22). Sottoscritto dai contraenti e da Ambrogio Ottoboni. 11. — (1551, Maggio fine?). — c. 11 t.° — Versione in volgare di atto in cui il sultano dei turchi dichiara essere stato pagato dal bailo veneto Bernardo Navagero il tributo dovuto dalla Signoria veneta per Zante (due. 500) da Ottobre 1549 a Ottobre 1550. Dato a Costantinopoli il 21 di Siomaxi Ulevel 958. 12. — (1551, Settembre 7). — c. 12. — Versione in volgare di dichiarazione della sublime porta che attesta essere stato versato in quel tesoro dal bailo veneto il tributo per l’isola di Cipro (8000 due.) per 1’ anno 21 Aprile 1550-20 Aprile 1551. Data a Costantinopoli, 6 di ramazan 958.