DOGE LEONARDO LOREDANO 163 cesco Erizzo, Vincenzo di Antonio Griinani, Jacopo del fu Francesco Soranzo, Alvise ed Alvise Bragadino del fu Marco, già intervenienti nell’ ¡strumento 11. Ili, si dichiarano mallevadori dell’esecuzione per parte della Signoria veneta di quanto è stipulato nel n. 134 (v. n. 138). Fatto nella sala del Consiglio dei Pregadi in Venezia. — Testimoni: Gio. Batt. de’ Guglielmi e Benedetto Pellestrina. — Atti come al n. 134 136. — 1520, ind. Vili, Giugno 11. — c. 122 (132) t.° — Ducale con cui si dà facoltà ad Alvise Gradenigo oratore a Roma di ricevere in nome della Signoria la restituzione delle gioie e pagare i 20000 ducati di cui è cenno nel 11. 134, e di fare quanto gli incomberà in forza di quella convenzione (v. n. 138). Data nel palazzo due. di Venezia. 137. — 1520, Giugno 19. — c. 116 (126). — Ducale al provveditore a Veglia e successori. Partecipando il disposto dai documenti n. 128 e 129 e la re-signazione fatta conformemente al n. 132, si dichiara che la Signoria approvò tutte le dette disposizioni e si ordina di porre Giovanni Maria Pellicia di Sacile in possesso dei benefici conferitigli coi mentovati documenti. Per non pregiudicare la giurisdizione del doge e della Signoria ia presente fu spedita colla sottoscrizione dei consiglieri Andrea Mua/.zo, Marco Minio, Alvise Mocenigo cav. e Nicolò Veniero, assenti (Vincenzo) Capello e (Girolamo) da Pesaro. 138. — 1520, ind. Vili, Giugno 20. — c. 159 (169) t.° - Istrumento in cui si dichiara che Alvise Gradenigo in forza del n. 136 confessa di avere ricevuto da Francesca Andreacia vedova di Agostino Chigi e tutrice dei costui figli le gioie descritte nel n. 105 per mano di Sigismondo Chigi; il quale a sua volta afferma avergli il Gradenigo contati i 20000 ducati mentovati nel n. 134; facendosi i due scambievolmente quitanza per la avvenuta restituzione delle gioie e dei denari. Fatto in Boma nel palazzo del cardinale Marco Cornaro in borgo S. Pietro. — Testimoni: Jacopo de’ Cortesi procuratore presso la curia romana, Gianfran-cesco Palmo bresciano, Andrea Mercatelli da Venezia e Roderico Molma chierico della diocesi di Jaen. 1520, Giugno 27. — La vedova di Agostino Chigi accetta e ratifica quanto sopra per sè e pei figliuoli, dichiarando aver avuto da Sigismondo Chigi il danaro suaccenato (v. n. 140). Fatto in Roma nel palazzo Chigi in Trastevere. — Testimoni: Giovanni Patrizi mercante da Siena, Diego de Sagredo della diocesi di Burgos ed Arcangelo di Domenico Colmine aromatario da Siena. — Atti Giovanni Caravasquini da Nizza not. della camera apost., per estrazione dai rogiti di Nicolò Noirot. ' 139. — (1520, Agosto 14). — c. 155 (165) t.° — Versione in volgare di quitanza con cui Jachia figlio di Ilisa ufficiale imperiale dichiara di avere ricevuto