172 COMMEMORIGLI, LIBRO XX messi per tal causa reati, salve le confische dei loro beai fatte da lei. Per compensare poi gli amnistiati dei beni loro confiscati, la república pagherà 5000 due. 1’ anno, finché possa assegnare beni pel valore d’ un equivalente capitale, da distribuirsi fra quelli dall’ imperatore. Le reciproche restituzioni da farsi fra quel sovrano e Venezia a norma del n. 146 si eseguiranno senz’ altro ; la república pagherà ai plenipotenziari imperiali 38000 due. d’ oro dovuti in forza delle tregue quinquennali, ma solo dopo conseguita la restituzione accennata. Per le rendite dei beni che doveansi risarcire in forza del n. 146 ai sudditi della república, questa è assolta dal pagamento dei 18000 due. a favore dei fuorusciti, pattuito in detto trattato. Dopo ciò i rappresentanti tutti nominati negli allegati B, C, D, E, F pattuiscono : L’imperatore promette che il duca di Milano manterrà a propria difesa 500 lande ad uso italiano ; se poi scendesse in Italia esercito contro il detto duca o Venezia, esso imperatore si obliga ad assisterli con 800 lancie, comprese le predette, con 500 cavalleggeri, 6000 fanti e le convenienti artiglierie e munizioni a sue spese fino a guerra finita. Venezia a sua volta assisterà il duca con altrettante milizie ecc. come sopra ; essa sarà obligata a mantenere costantemente 500 lancie in tempo di pace. Le parti si promettono di non favorire in alcun modo i vicendevoli nemici. A difesa del regno di Napoli contro chiunque, meno il papa, Venezia manderà e manterrà 15 galee ; è lasciato luogo al pontefice di entrare nei presente e così al re d’Inghilterra ; essi si dichiarano conservatori del presente. Nel quale sono compresi i confederati e collegati dei singoli contraenti, trattine quelli che fossero nemici d’ alcuno di questi ; nominandosi per parte dell’ imperatore : i re di Portogallo, di Ungheria e di Polonia, il duca di Savoia, Firenze, il cardinale de’Medici (Giulio) e i suoi, Antoniotto Adorno doge di Genova, i marchesi di Mantova e Monferrato, le città di Lucca e Siena ; con riserva ai due contraenti di nominarne altri entro sei mesi (v. n. 169). Fatto in Venezia in casa di Marino Caracciolo a S. Giustina. — Testimoni : Giuliano da Spezia secretario del doge di Genova, Girolamo Marcabruni dott. vicario del cardinale di Mantova (Sigismondo Gonzaga), Adamo Través arcidiacono di Exeter, Pietro Antonio e Ferdinando Gargani, Gregorio Deodati, Girolamo Geremia da Trento, Jacopo di Sebastiano Badoaro, Bartolomeo di Giovanni de Fino da Verona dott., Tomaso del fu Michele Contarmi, Girolamo Diedo e Nicolò Sagundino. — Sottoscritto da Marino Caracciolo, Alfonso Sánchez, Bal-dassare Clesio, dal Mocenigo, dal Cornaro e dal Veniero nominati nell’allegato E. — Atti di Pietro Carreti not. imp., Girolamo Garbini da Lucca not. imp., Andrea Bosso e Costantino Cavazza, ambi not. imp. e segr. due. di Venezia. Allegato A : 1523, Gennaio 31. — Breve di Adriano VI papa a Tomaso (Campegio) vescovo di Feltre e nunzio a- Venezia. Gli ingiunge di adoperarsi perchè sia fatta pace e stretta alleanza fra l’imperatore e la república, autorizzandolo a dichiarare la S. Sede mallevadrice dell’osservanza di ciò che si pattuisse, ed impegnandosi solennemente ad interporre all’ uopo tutta 1’ autorità pontificia. Dato a Boma presso S. Pietro. — Sottoscritto da T. Bess.