DOGE AGOSTINO BARBARICO 49 gran capitano dei re di Gastiglia ecc., espose che nal 1497 Bernardo Cicogna capitano delle galee di Barbaria catturò e bruciò sulle spiaggie di Tunisi una nave di Ferrando dell’ Isola suddito dei detti re carica di lancie e di merci di proprietà di Matteo Cardona siciliano, per cui i due danneggiati ottennero dai sovrani mentovati diritto di rappresaglia contro i veneziani, in forza del quale presero nelle acque di Sicilia due navi di questi ultimi. Posteriormente il Fer-nandez, desideroso di mantenere buoni rapporti colla republica, trattenne presso di sè il dell’isola, e mandò a Venezia il de Valdes per chiedere risarcimento dei danni patiti dai regi sudditi. In seguito a ciò, benché il legno bruciato avesse appartenuto a Peruza corsaro, portato armi proibite dalla Chiesa e di proprietà del Conte Palatino, Girolamo Querini del fu Andrea rappresentante il doge consentì a pagare per conto di Venezia ai due danneggiati 1600 due. d’ oro, da sborsarsi a Palermo o in Sicilia, promettendo il de Valdes piena quitanza d’ogni danno per parte dei medesimi (v. n. 111). Fatto in Venezia nell’osteria di S. Giorgio a S. Bartolomeo. — Testimoni: Giovanni Xander del fu Enrico da S. Pietro de Folchrieli, oste all’insegna di S. Giorgio in corte del Parangon della seta, e Giovanni Naes del fu Iacopo da Augusta, oste alla corona a Mestre. — Atti Bernardino Ambrosi. 186. — 1501, Luglio 28. — c. 194. — li doge, in seguito alle malversazioni di Giulio Brochetti priore dell’ ospedale di S. Marco, elegge a sostituirlo in quel posto prete Antonio Faustini pievano di S. Basso. E la elezione, approvata dai consiglieri, è da essi sottoscritta, cioè da: Alvise Muaxzo, Domenico Marino, Francesco Bernardo, Andrea Veniero, Pietro Duodo e Marco Sanuto. In seguito a ciò il principe investì 1’ eletto del suo uffizio. 187. — 1501, Agosto 25. — c. 195. — Il doge, adunati il Consiglio minore e il collegio dei savi, dichiarò di nominare a primicerio della chiesa di S. Marco Girolamo Barbarigo del fu Antonio del fu Girolamo proc. di S. Marco, in luogo di Pietro Dandolo promosso al vescovado di Vicenza. Ed ivi immediatamente diede l’investitura della dignità all’ eletto, il quale accompagnato da Nicolò Mo-cenigo proc., fu messo in possesso della detta dignità nella chiesa stessa. 188 — 1501, Settembre 18. — c. 167. — Giorgio Pisani e Sebastiano Giustiniani, oratori al re d’ Ungheria, al doge (in volgare). Pregano che la Signoria apra un credito di 3000 due. agli oratori ed al nuncio che il re suddetto manda a quello di Francia, e ciò sul sussidio dovuto da Venezia al detto re in forza del n. 177 (v. n. 189). Data a Toloa. 189. — 1501, Settembre 19. — c. 167. — Ladislao (VI) re di Ungheria, Boemia ecc. dà facoltà a Nicolò de’ Bàchka vescovo di Neutra, a Stefano de Telegd suoi oratori, e a Giorgio Bessenvei (boemo) cameriere e nuncio, al re di Fran- COMMEMORIALI, TOMO VI 7