82 C0MMEM0RIALI, LIBRO XIX far lavori, fra la selva del conte di Gajazzo e il territorio di Colorilo, per difendere Casalmaggiore dalle piene del Po, non toccando i domini regi (v. n. 86). Sottoscritta dai detti rappresentanti. 89. — 1505, Ottobre 25. — c. 52 t.° — Si fa annotazione d’ ordine del doge che, morto Alvise Zoia pievano di S. Giov. Elemosinario, il detto principe, sedente prò tribunali, nominò a succedergli in quella dignità il prete Cristoforo Persicini custode e canonico di S. Marco. E ciò presenti Domenico de’ Gropi pievano di S. Barnaba e cancelliere inferiore, Iacopo da S. Daniele vicario gen. del patriarca Antonio Suriano, ambi dottori in leggi, Antonio Faustini pievano di S. Basso, priore dell' ospizio di S. Marco e vicario del primicerio di S. Marco Girolamo Barbarigo, e Pietro Barbo ufficiale alle rason nuove (v. n. 153 del libro XYII e 91). 90. — 1505, Ottobre 30. — c. 53. — Filippo More preposito di Bàcs, segretario ed oratore di Ladislao VI re di Ungheria, dichiara di avere ricevuto due. 13872 d’ oro dal doge a conto dell’ importo dovuto da Venezia al re come nel n. 72 (v. n. 80 e 102). Fatto in Venezia presso S. Giorgio Maggiore. 91. — 1505, Novembre 3. — c. 54 t.° — Bolla piccola di papa Giulio II al pievano di S. Basso in Venezia. Lo incarica di esaminare se Cristoforo Persicini, rettore della chiesa parrocchiale di S. Lucia di Prata, sia idoneo a coprire la dignità di pievano di S. Giovanni Elemosinario di Rialto (v. n. 89) e trovatolo tale, di metterlo in possesso della pievania. Data a Roma presso S. Pietro (III non. Nov.). — Sottoscritta da Jo. de Madrigai. 92. — 1505, Dicembre 21. — c. 55 t.° — Breve di Giulio II papa al doge. Chiede sia ordinato che niuno molesti il trasporto dei grani acquistati nella Marca d’ Ancona per 1’ approvvigionamento di Boma e che si porteranno a quest’ ultima per mare. Data a Boma presso S. Pietro. — Sottoscritta da Sigismondo (de’ Conti). 93. — 1505, ind. Vili, Dicembre 30. — c. 48 t.° — Il doge dichiara di avere ricevuto da Federico de’ Panzavolti di Faenza 300 due. d’ oro pagati da costui al capitano veneto in Ravenna (Giuliano Gradenigo) e da questo trasmessi ai camerlenghi del comune di Venezia, a saldo della prima rata pattuita nel n. 71. Fatta nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: due segretari due. — Atti Bernardino Ambrosi. 94. — 1506, ind. IX, Gennaio 4. — c. 57. — Bartolameo di Alviano duca di S. Marco nel Napoletano dà facoltà di negoziare e concludere colla Signoria veneta la sua condotta ai servigi di questa (v. n. 95) a Gian Corrado Orsini suo nipote.