DOGE ANDREA GRITTI 205 di continuare nel servizio cesareo senza perdere i loro diritti nello stato veneto. I sudditi dei contraenti potranno viaggiare e trafficare liberamente nei domini degli altri e vi saranno trattati come i rispettivi sudditi ; resta sospesa la questione delle rappresaglie fra Venezia e l’imperatore ; ma nessuno dei due permetterà di sortire dai rispettivi porti a navi armate senza esigerne giuramento di non andare a’ danni dell’ altro ; nè vi accoglieranno pirati. Venezia continuerà a possedere i suoi domini meno i luoghi da restituirsi. Tutti coloro che dallo scoppiare della guerra fra Venezia e l’imperatore Massimiliano in poi, fino al trattato del 1523, seguirono le parti imperiali avranno piena amnistia. Venezia, l’imperatore, il re Ferdinando e il duca di Milano si promettono alleanza perpetua difensiva pei rispettivi stati in Italia contro qualsiasi potentato cristiano. L’imperatore promette che il duca di Milano terrà a tutela di quello stato 500 lancie all’ italiana, e si obbliga a mandare in difesa d’ esso stato o di Venezia, in caso che fossero assaliti, altre 300 lancie, 500 cavalleggeri, 0000 fanti e la competente artiglieria ; la republica, in caso di bisogno, soccorrerà il duca con 800 lancie, 500 cavalleggeri, 6000 fanti e artiglierie, mantenendo le lancie continuamente. E in caso di guerra contro uno degli alleati gli altri non daranno agevolezze od aiuti di sorta ai nemici. Venezia manderà, in caso di bisogno, 15 galee a difesa del reame di Napoli e le manterrà, come le suddette milizie, fino a guerra finita. Sono partecipi al presente i confederati dei singoli contraenti, eccettuati i loro aperti nemici ; e fin d’ ora il papa, l’imperatore ed il re vi includono Genova, Siena, Lucca, il duca di Savoia e i marchesi di Mantova e di Monferrato, pei loro possedimenti in Italia ; e vi sarà compreso anche il duca di Ferrara se si accorderà coll’ imperatore e col papa. Le parti ratificheranno il presente con giuramento di osservarlo. E i rappresentanti sum-mentovati si promettono 1’ osservanza dello stesso che sottoscrivono apponendovi anche i sigilli (v. n. 85). Fatto in Bologna nell’ abitazione del cardinale Gattinara. — Sottoscritto come sopra. — Testimoni : Giovanni Bartolomeo di Gattinara reggente di Napoli e consigliere imperiale, Antonio Mazalolio e Francesco Boberti, ambi segr. due. di Venezia, e Bernardino Trebazio segretario del vescovo di Vaison. — Atti Alfonso Valdes segretario e not. imperiale. Allegato A : 1529, Dicembre 22. — Breve di Clemente VII papa a Girolamo (Schio) vescovo di Vaison. Lo nomina suo procuratore ed oratore per negoziare e concludere coll’ imperatore, re Ferdinando, Venezia ed altri potentati d’Italia trattati ecc. Dato a Bologna. — Sottoscritto da Evangelista. Allegato B : 1529, Dicembre 22. — Carlo V eletto imperatore dei Bomani, re di Germania, di Spagna, delle due Sicilie, di Gerusalemme ecc., arciduca d’ Austria, duca di Borgogna, Brabante ecc., conte di Absburgo e di Fiandra ecc. Fa sapere che, venuto in Italia a portarvi la pace, già quasi procurata per opera del papa, nominò Mercurino cardinale prete di S. Giovanni ante portavi lati-nani, marchese di Gattinara e suo supremo cancelliere, Lodovico di Fiandra signore di Praet suo camerario segreto, Nicolò Perrenot signore di Granvelle,