DOGE LEONARDO LOREDAKO I 109 198. — 1511, Maggio (23). — c. 191. — Raffaele di Besalu dichiara (in vol-gore) di avere ricevuto da Franco Giberti chierico della camera apostolica 8009 due. d’ oro a deposito, da esser pagati al cardinale ili Sion per stipendio degli svizzeri al servizio del papa. Se nel termine di 5 mesi quel danaro non sarà esatto, resterà a libera disposizione del pontefice (v. n. 222). Fatta in Venezia. — Sottoscritta dal Besalu. 199. — 1511, ind. XIV, Luglio 24. — c. 162 t.° — Procura con cui Gian Paolo Baglioni da Perugia, ora agli stipendi della Ghiesa in Imola, dà facoltà ad Achille de’ Mainardi di Mandola, suo cancelliere, di negoziare e. conchiudere la condotta d’ esso signore ai servigi di Venezia (v. n. 200). Fatta nella casa di Galeazzo Pantaleoni, cappella di S. M. Vaiverde in Imola. — Testimoni: Martino del fu Pietro Barone da Napoli, Bernardo del fu Scaciuffo da Città di Castello e Borio Gheri da Pistoia, stipendiari. — Atti Girolamo di Bertrando de’ Capuzzi da Imola not. apost. ed imp. Segue il riconoscimento della legalità del notaio rogante per parte del correttore dell’ università dei giudici, procuratori e notai d’Imola. 200. — 1511, ind. XIV, Luglio 31. — c. 161 t.° — Istrumento della condotta di Gian Paolo Baglioni, rappresentato come nel u. 199, ai servigi di Venezia per un anno ed uno di rispetto, in qualità di governatore generale delle genti d’arme coll' onore del vessillo, con condotta di 200 armìgeri in bianco e di 50 cavalleg-geri, con paga di 200 due. l’anno per armigero e 3000 di onorario personale. In tempo di guerra terrà 100 provvisionati sotto un capo. Servirà contro chiunque eccetto il papa; con altre condizioni comuni a questi contratti (v. n. 258). Fatto nella sala del Collegio in Venezia. — Testimoni: Gaspare dalla Vedova, Gio. Batt. Vieimi, Girolamo Diedo e Giovanni Soro, segretari due., e Pietro da Bibbiena. — Atti Gio. Batt,. Andriani. 1511, Luglio 31. — V. 1511, Ottobre 4, n. 210. 201. — 1511, ind. XIV, Agosto 6. — c. 178. — Istrumento in cui i seguenti 50 nobili: Antonio Grimani, Domenico Trevisano cav. e Giorgio Cornaro cav., procuratori di S. Marco, Alvise Malipiero del fu Iacopo, Pietro Balbi savio del Consiglio, Angelo Trevisano e Battista Morosini, ambi consiglieri, Alvise Pisani dal banco, Zaccaria del fu Iacopo e Benedetto del fu Alvise Gabriele, Stefano del fu Bernardo, Lorenzo del fu Antonio e Bartolomeo del fu Paolo, Taddeo del fu Nicolò, tutti quattro Contarmi, Marco del fu Paolo da Molino, Giorgio Emo savio del Consiglio, Andrea del fu Francesco Frizzo, Michele del fu Donato da Lezze, Vincenzo e Girolamo Grimani di Antonio suddetto, Lorenzo del fu Giovanni proc. di S. M., Vincenzo del fu Nicolò, e Domenico del fu Carlo Cappello, Alvise del fu Paolo ed Andrea del fu Nicolò Loredauo, Francesco e Filippo del fu Dandolo, Pietro del fu Girolamo, Nicolò ed Alvise del fu Pietro, tutti Ber-