304 COMMEMORIGLI, LIBRO XXIII 93. — 1563, ind. V (sic) Gennaio 27. — c. 101 t.° — Istrumento in cui si espone : nel 1557 o 1558, approdata a Gorfù una nave carica di grani comandata dal raguseo Andrea da Elia, con destinazione a Napoli, i rappresentanti veneti fecero scaricare per forza i grani stessi per uso di quella piazza; il genovese Agostino del fu Cattaneo Cattaneo, anche in rappresentanza di altri interessati, si recò da Napoli a Venezia per averne il pagamento. In seguito Pietro Calvi console veneto in Genova (autorizzato con ducale 17 Giugno 1561) reclamò dal Cattaneo la restituzione di ducati 1151, dei quali era stato fatto debitore dal magistrato alle Biade di Venezia come pagatigli in più sul detto grano, minacciando procedere giudizialmente in caso diverso. Gian Giacomo fratello e rappresentante del Cattaneo sostenne essersi dovuta la detta somma per maggiori noli. In ultimo, intervenendo anche il governo genovese co’suoi uffici, il Calvi come rappresentante Venezia (ducali 17 Giugno e 6 Novembre 1562) e il detto Gian Giacomo pattuiscono: Quest’ultimo restituirà a quello i 1151 due. (da 1. 6,4 ven.) entro tre anni ; Venezia rinunzia ad ogni ulteriore pretesa verso il detto Agostino o altri per lui ; Giovanni Battista del fu Stefano Lercari genovese stà mallevadore per 1’ esattezza dei pagamenti, sotto pena di 200 scudi da pagarsi due mesi dopo la scadenza dei non fatti pagamenti ; la Signoria veneta approverà il presente entro tre mesi (v. n. 119). Fatto in Genova, in casa del Lercari. — Testimoni : Giov. Battista di Benedetto Jourdo (Zoardo ?), Stefano del fu Leonardo Spinola e Bartolomeo di Domenico Coreseto. —Atti Sebastiano del fu Antonio Ceroni not. apost. ed imp. 94. — S. d. (1563, Agosto, prima del 15). — c. 106 t.° — Si dichiara che Francesco della Torre barone, oratore imperiale a Venezia, e Vito Dorimberg luogotenente a Gorizia, delegati alla restituzione, agli uomini di Grado, delle pontiere e dei casoni, distrutti illegalmente a danno loro da Iacopo di Attimis capitano a Gradisca, purché siano revocati gli editti emanati da Venezia contro i sudditi imperiali, fanno tale restituzione; e Giovanni Formento segretarioducale, accettando la restituzione stessa, promette die il conte di Grado revocherà gli atti suddetti a danno degli imperiali sotto pena di nullità della mentovata restituzione (v. n. 95). Fatto in Viliesse, nella contea di Gorizia. 95. — 1563, Agosto 16. — c. 107. — Giulio Ginato not. imp. di Gradisca, dichiara di avere, in obbedienza ad ordini dei commissari imperiali nominati nel n. 94, publicato il documento stesso entro il circuito delle pontiere in esso mentovate., coll’ intervento di Francesco Marini di Grado cancelliere a Monfal-cone in rappresentanza di Giovanni Formento, e alla presenza di Biagio Bogato decano e di ser Zanotto Ugolino giurato, di Sebastiano Bigarella, Gian Domenico Bogato, Lorenzo del fu Stefano detto Capitanio ed Odorico del fu Iacopo Sgarlotti, tutti di Fiumicello, sudditi imperiali, nonché di Antonio del fu Val-lono, Gian Francesco de Benvenuto, Giacomo Rosso di Nicolò, Antonio di Seba-