DOGE LEONARDO LOREDANO 77 (in volgare). Nel documento n. 55 portatogli da Jacub bey e da Giorgio Negro riscontrò una differenza dal n. 12 relativa alla definizione delle contese fra ca-razari e veneziani, che fu appianata nel senso del detto n. 55. Dice che in tutte le trattative fatte con Zaccaria Freschi, con Andrea Gritti e col Negro, l’isola di Alessio fu sempre ritenuta di spettanza d’esso sultano; ne intima lo sgombro da parte dei veneziani, minacciando di usar la forza per ottenerlo. Finita la sua missione, il Negro ritorna a Venezia (v. n. 34). Data in Dercos. 65. — (1504), Giugno 22. — c. 44. — Baiazette sultano dei turchi al doge (in volgare). Avendo disposto che le sue navi che stavano alla Valona si ritirino da quel luogo (essendo ora in pace con Venezia) a Costantinopoli, chiede che sia ordinato a tutti i luoghi \ eneti per cui passeranno le navi stesse di non molestarle, e di fornir loro viveri ed altro verso pagamento. Data in Dercho. 66. - 1504, Luglio 24 (*). — c. 44 t.° — Lettera di Feris bey sangiacco di Scutari al conte e provveditore veneziano a Cattaro (in volgare). Partecipa esser giunta dal sultano 1’ approvazione dell’ operato di coloro che tracciarono i confini fra i domini turchi e veneziani; e che l’ambasciatore veneto partì il 17 Giugno. Chiede siano dati ordini ai sudditi veneti di rispettare i detti confini. (*) Data del ricevimento della lettera a Cattaro. 67. — 1504, Settembre 3. — c. 27. — Giovanni de Dürer capitano a Pisino al doge (in volgare). In risposta a lettere ducali narra il fatto della cattura di certo Iacopo croato, luogotenente nel castello di Chersano, e d’un servitore di questi avvenuta in acque di Venezia ad opera di Juri Dobercenic, pur croato, in odio ad Andrea (signore) di Chersano, mentre i due catturati viaggiavano da Fianona a Fiume. Chiede punizione dell’autore del fatto (v. n. 69). Data a Pisino. 68. — (1504), Settembre 11. — c. 45 t.° — Ali bey pascià della Morea ai rettori di Nauplia (in volgare). Il sultano confermò i confini fra i domini turchi e i veneti proposti da esso pascià; invita i rettori ad ordinare ai loro dipendenti che i confini stessi siano rispettati. 69. — 1504, Settembre 25. — c. 27. — Lettera come il n. 67. Ripetuta la narrazione del fatto esposto in detta lettera, il capitano dice che Juri (o Giorgio) Dobercenig e suo fratello vanno corseggiando tuttora colla lor barca per le acque veneziane, entrano nei porti di Albona e Fianona, e ciò in onta alle pratiche fatte dallo scrivente coi rettori veneti. Chiede che sia provveduto a far cessare tale stato di cose. — Vi sono nominati : il castello di Chersano, Fiume, Veglia. Data a Pisino.