262 COMMEMORIALI, LIBRO XXII 153. — 1549, Agosto 24. — c. 114. — Versione in volgare di ordine del sultano al sangiacco di Glissa ed al cadi di Klivno. Ad istanza del bailo veneto, proibiscano ad Ali desdaro di Klivno di sollecitare i sudditi veneziani, detti istriani, abitanti presso quei confini, di darsi alla Turchia ; e veglino che nessun turco faccia contro i trattati con Venezia. Dato a Costantinopoli. — L’ ordine fu mandato dal bailo Alvise Reniero ai rettori di Zara. 154. — 1549, Ottobre. — c. 115. — Versione in volgare (fatta da Michele Membre) di ordine del sultano dei turchi ad Ali pascià del Cairo. Ad istanza del bailo veneto comanda che sia ingiunto a tutte le autorità ed ufficiali dipendenti di Alessandria, Damiata ed altri luoghi e si faccia publicare dovunque: che nessuno ardisca molestare i veneziani naviganti e trafficanti nei luoghi stessi nè far loro soprusi di sorta, esigendo solo i diritti ordinati nelle tariffe ; che i consoli veneziani possano esercitare i loro uffici e diritti senza opposizione nè intromissioni incompetenti ; che da tutti siano osservati i trattati vigenti con Venezia. Dato a Costantinopoli. 155. — 1549, Dicembre 10. — c. 116. — Deliberazione del Senato (in volgare). Avendo il Trevisano nominato nel n. 149 tentato eludere 1’ ordine dato con quel decreto mediante una rinunzia illusoria ; si comanda che entro 15 giorni egli debba fare la rinunzia in forma valida ed assoluta, sotto pena, dopo il detto termine, di sequestro delle rendite dell’ abazia, e dell’ esiglio; è però data facoltà al Trevisano di accettare 1’ offerta del godimento del beneficio in vita, fatta dai Gradenigo. — Proponenti : Francesco Sanuto cav., Andrea Loredano e Bernardo Navagero, avogadori (v. n. 156). 1549, Dicembre 13. — Riferta dell’ intimazione fatta al Trevisano da Michele faute degli avogadori. — Sottoscritta da Pietro Dandolo notaio degli stessi. 156. — 1549, Gennaio 22 (m. v.). — c. 122. — Prete Agostino Susteneo da Firenze, procuratore di Giovanni Trevisano (procura in atti di Jacopo de’ Raspi), in obbedienza, al n. 155 fa la rinunzia voluta da quel decreto (v. n. 157). Fatto nell’ ufficio dell' avogaria.— Sottoscritto da Girolamo Ragazzola notaio dell’ufficio stesso. 157. — 1549, Gennaio 25 (m. v.). — c. 122. —T Domenico Gradenigo del fu Vincenzo, giuspatrono dell’ abazia di S. Cipriano di Murano, come discendente da Pietro fondatore di quella, in seguito a offerta fattagli da Giovanni Trevisano in obbedienza al n. 155, dichiara consentire che al medesimo venga dato il possesso temporale dell’ abazia stessa, riservato a esso giuspatrono e ai suoi discendenti l’avito diritto (v. n. 159). Fatto come il n. 156. — Sottoscritto dal Gradenigo. — Testimoni : Pietro del fu Vincenzo Zeno e Scipione di Vittore Ziliolo. — Atti di Girolamo Ragazzola.