DOGE PIETRO LOREDANO 317 Cremona e i fiumi Castagnaro e Malopera, salvi i diritti dei proprietari privati, compresi i Contrari. Questi potranno continuare a tenere un portum (chiatta) sul Castagnaro al Passo di mezzo, e quattro molini nel fiume stesso, senza pregiudizio della concessione fatta dal Senato alle due ville suddette e a quelle di* Zelo e di Giacciano di tenere in esso fiume un molino ciascuna ; i molini stessi dei Contrari saranno portati nel canale del Tartaro (e si stipulano altre condizioni in proposito). I Contrari saranno immuni coi loro beni nelle dette due ville, finché questi beni resteranno in loro proprietà, a modo de’mag-giori privilegiati, e come fu conceduto a Cornelio Bentivoglio nob. veneto e patrizio ferrarese pei suoi beni in esse ville. Al duca e ai Contrari rimarrà ogni giurisdizione sulle ville di Giacciano e di Zelo colle loro pertinenze oltre il Castagnaro, specialmente il Polesine grande e le valli o pascoli della famiglia Sacrati già investita, 1’ 8 Ottobre 1458, dal duca Borso nella persona del conte Francesco Sacrati (atti Bonaventura Smagrabuoi not. di Ferrara). Circa la questione dell’ argine di San Donato, la giurisdizione su esso fra Ospedaletto di Fiesso (Umbertiano) e Ospedaletto di Ficarolo, fino alla traversa delle Pressane presso Castel Guglielmo, spetterà al duca, salvi i diritti di Venezia sulla valle detta Precona e su altri beni verso Ferrara, a meno che essi valle e beni venissero alienati ad altri, nel qual caso passeranno nella giurisdizione del duca. Dalla detta traversa fino a Castel Guglielmo 1’ argine spetterà alla Signoria. A togliere futuri motivi di discordia si pattuiscono le norme per l’incolumità-dell’ argine (nominandosi le ville di Bressana, Bagnacavallo e Pincara), per le chiaviche fatte o da farsi per comodo dei ferraresi (si nomina il Canale Bastardo che va al Paolino, il canale Maestro, il luogo detto il Gambaró) che potranno usufruirsi anche dai sudditi veneti ; e quelle per 1’ uso delle acque. Saranno rispettati i diritti dei privati. Le parti si promettono vicendevolmente 1’ osservanza del presente. (v. n. 131 e 136). Fatto in Venezia, nel palazzo del duca di Ferrara a S. Giacomo dall’ Orio. — Testimoni : il cav. Iacopo Chizzola giureconsulto, Giovanni di Evangelista Baroni da Ferrara, Michele di Pietro Zeno da Genova ed Alberto di Giov. Battista Ariosti da Ferrara — Atti Iacopo del fu Matteo de’ Conti not. apost. ed imp. di Ferrara e Vittore de’ Maffei not. imp. di Venezia. Allegato A : 1568, Febbraio 6 (m. v.). — Il doge nomina procuratori della Signoria di Venezia Marino Cavalli cav. ed Alvise Giorgio con facoltà di stipulare e concludere col duca di Ferrara e coi conti Contrari accordi nelle questioni delle ville di Fissatola ecc. e per 1’ argine di San Donato. Fatto nella sala del Collegio di Venezia. — Testimoni: Giovanni Mazio e Gian Francesco Franceschi, segretari due. Allegato B : 1569, ind. XII, Gennaio 22. — Alfonso II duca di Ferrara, Modena e Reggio, marchese d’ Este, conte di Rovigo, principe di Carpi, signore delle provincie di Garfagnana, Frignano, Romagna e Comacchio ecc., nomina suoi procuratori Claudio Ariosto not. di Ferrara, suo oratore a Venezia, e Dante Sogario giureconsulto ferrarese, dando loro facoltà di stipulare accordi ecc., come sopra.