132 COMMEMORIALI, LIBRO XIX responsabili del danno dato. Venezia restituirà i carazari ed amai duri turchi che fuggissero ne’ suoi domini. È pattuita la vicendevole estradizione degli omicidi e dei ladri e la restituzione della re furtiva. Le questioni fra veneziani saranno giudicate dal bailo. Questo non sarà tenuto a far pagare i debiti dei veneziani se non dai debitori. I veneziani in Lepanto, in Morea e negli altri luoghi del sultano non saranno molestati pei debiti dei loro concittadini. Le proibizioni fatte dal bailo a veneziani di andare a Brussa e altrove saranno fatte rispettare dagli ufficiali turchi. Nessuno potrà togliere persone dall’ equipaggio delle navi venete. I veneziani che non fissassero stanza in Turchia non pagheranno carazo (tributo). Le testimonianze dei cristiani contro carazari saranno valide in giudizio. Sarà fatta ragione ai veneziani uccisi e derubati o fatti schiavi in Turchia, o ai loro rappresentanti. Le cose abbandonate dai veneziani morti in Turchia saranno consegnate al bailo. I musulmani che dalla Barberia venissero nei domini del sultano per ragion di traffico, non saranno molestati nei possessi di Venezia ove capitassero. Nessun suddito turco potrà molestare i veneziani naviganti nell’ Adriatico da Corfù in su ; trattone il caso che ne avesse ricevuto danno. Venezia continuerà a pagare il tributo di 500 due. 1’ anno per Zante. In fine il sultano giura 1’ osservanza di questi patti. Fatto in Adrianopoli (v. n. 17, 64 e 156). 13. — 1513, ind. II, Dicembre 18. — c. 7 t.° — Il doge dà facoltà a Pietro Albignano Trezzo veneziano dottore in ambe di ricorrere in appello contro la sentenza di Antonio dal Monte arcivescovo di Siponto, camerlengo papale ed auditore generale delle cause della camera apostolica, che aveva condannato la Signoria veneta e gli eredi di Jacopo Marcello capitano della flotta a pagare certa somma ai nobili Filippo e Giovanni Arcioni di Boma, emettendo conforme decreto esecutivo. Come pure contro un decreto di Girolamo de Ginueris (Ghinucci ì) auditore della detta camera egualmente esecutivo di detta sentenza. Fatto nella sala di udienza del palazzo ducale. — Testimoni : Gaspare dalla Vedova e Tommaso de’ Freschi, segretari due. — Atti Benedetto del fu Nicolò Pellestrina not. imp. e segr. due. 14. — 1513, ind. II, Dicembre 19. —c. 8. — Avendo la Signoria ne’passati mesi, in riguardo del re di Francia, di Teodoro Trivulzio e del fu Sagramoro Visconti, guarentito a Girolamo d’ Adda la restituzione, per parte dei detti re di Francia o Visconti, del danaro eh’ esso d’ Adda aveva prestato a quest’ ultimo ; il doge dà facoltà a Marco Dandolo dott. e cav., ambasciatore presso il re stesso, di rilasciare in nome di Venezia quitanza per tutti i rimborsi del mentovato credito che quel sovrano o i suoi rappresentanti facessero al d’ Adda. Fatto nella sala vecchia di udienza del palazzo ducale. — Testimoni : Alberto Tedaldini e Alvise Barbafella segretari due. — Atti Nicolò Stella not. imp. 15. — 1513, ind. II, Dicembre 20. — c. 8 t.° — Il doge dà facoltà a Marco Dandolo (v. n. 14) di esigere dal re di Francia la restituzione di ducati 1725 pre-