DOGE LEONARDO LOREDANO 7!) La credibilità del notaio è attestata dal detto cardinale, camerlengo papale, il 3 Gennaio 1505. 74. — S. d. (1501?). — 31. — Due articoli degli statuti di Cervia, nei quali si proibisce a quei cittadini di approdare con barche o burchi, e caricarvi o scaricarvi merci ecc. sulla spiaggia fra il Pisciatello vecchio fino al fiume vecchio detto Savio ; e così pure fra Cavarzere e il Savio. Copia autenticata da Antonio Firmano cancelliere del podestà di Cervia. 75. — S. d. (1504?). — c. 45 t.° — Elenco degli schiavi sudditi turchi, ancora , in potere di veneziani, dato dall’ inviato del sultano a Giorgio Negro in Costantinopoli (v. n. 64), Sono indicati coi rispettivi nomi; i possessori erano: Nicolò Apostoli di Corfù, il priore in detta isola, Marco Zantani, Pandolfo abita a S. Eustachio, Agostino Marini, Santo Trono, Pasquale ; tre schiavi erano a Trani e sette a Canea; altri erano in potere di: Benedetto Trono, Antonio Leoni, Giorgio Giorgio, Camineti da S. Giov. e Paolo, Antonio da S. Domenico, del legato del papa, dell’ ammiraglio del papa, di Giovanni Saracino da S. Giov. in Bragora, Bevilacqua da S. Marco, . . . Loredano patrono di galea a Corfù. 76. — 1504, ind. Vili, Gennaio 2 (m. v.). — c. 49. — Ducale che dichiara essere stato condotto ai servigi di Venezia Carlo Mala testa con 40 armigeri e 25 balestrieri a cavallo da scegliersi fra i 40 destinati a suo fratello Pandolfo. Gli assegna, oltre la paga per le milizie, la provvigione vitalizia di 500 due. l’anno, con 1’ obligo di servire dovunque (v. n. 44). Data nel palazzo ducale di Venezia. 77. — 1405, ind. Vili, Gennaio 23. — c. 49. — Fra’ Ferrando del fu Costantino Chirici da Rodi cav. gerosolimitano dichiara avere ricevuto da Teodorino Clava in nome del doge di Venezia un galeone che era stato catturato da Andrea Bondumiero sopracomito veneto presso Corfù, mentre navigava con carico di legnami presi in Segna ; e di essere stato risarcito per intero del danno avuto mediante 110 due. d’oro pagatigli da Luca Soranzo camerlengo del comune. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Nicolò Foligno dott. e Francesco Mazzo, oratori del comune di Rovigo, Raffaele del fu Filippo Gritti e Francesco di Giovanni del fu Giovanni mercante di seta. — Atti Bernardino Ambrosi. 78. — 1505, Febbraio 13. — c. 50. — Guid’ Ubaldo duca di Urbino al doge (in volgare). L’ ambasciatore (in Roma) avrà riferito quanto fu trattato col papa da essi due. Ringrazia in nome del pontefice della risoluzione presa da Venezia; promette che, avuta la restituzione delle terre spettanti immediatamente alla Chiesa, tolte al duca di Valentinois, il papa lascierà alla republica Rimini e Faenza. Di ciò il duca è pronto a farsi mallevadore, assicurando esser ferma volontà del pontefice che cosi segua. Protesta devozione e si raccomanda. Data a Roma. — Sottoscritta dal duca.