282 COMMEMORIALI, LIBRO XXIII Ai,legato B : 1554, Aprile 8. — I consiglieri suddetti adunati nella dieta generale .di Taphate, danno facoltà a Federico Salice di stipulare colla Signoria veneta una convenzione per l’oggetto soprariferito, ed altri patti. Sottoscritta da Giovanni Wilivier cancelliere, 31. — 1554, ind. XIII, Ottobre 27. — c. 19 t.° — Giovanni Battista di Prata del fu Antonio da Marano (lagunare) vende al doge e alla Signoria di Venezia i seguenti beni posti nella detta terra : una casa grande in contrada de Sus, altra piccola presso il bastione di S. Marco, altra con forno ivi, già di Domenico de Luca (fra i confinanti sono nominati gli Abrami, i Provenzani, i del Piva) e i diritti utili su altra casa ; il tutto per 500 ducati da 1. 6,4 pagatigli dal doge in esecuzione di deliberazione del Senato 6 corr. Fatto in Venezia, nel Collegio. — Testimoni : Marcantonio Saetta ed Andrea del fu Carlo Frigerio, segretari due. — Atti come al n. 30. 32. — 1554, ind. XIII, Novembre 7. — c. 20 t.° — Il doge quale patrono della chiesa di S. Giovanni Elemosinario di Rialto, considerato essere tre i benefici presbiterali ad essa competenti fin dalla fondazione, e non esserne coperti che due, ordina che, rimessi nel numero normale, sia nominato il terzo titolare coll’ attribuzione di 30 ducati 1’ anno, più 10 per incerti ed altri proventi, e che la casa di abitazione sia successivamente occupata dai due più anziani. Data nel palazzo ducale. — Sottoscritta dal doge. 33. — 1554, ind. XIII, Dicembre 24. — c. 22. t.° — Ducale che fa sapere, specialmente ai rettori di Brescia, che, essendo morto nel 1533, il conte Federico del fu Pietro del fu Brunoro di Gambara, instituì usufruttuaria dei suoi beni in Gambara e Corvione la moglie Beatrice Stanga ed erede universale Gian Battista del fu Galeazzo. Avendo poi altri Gambara mossa lite ai predetti eredi, le parti, coll’ assenso dei rettori di Brescia (autorizzati con ducale 27 Agosto 1552). vennero ad accordo (¡strumento 9 Novembre passato, in atti di Bernardo Cassio not.), in seguito al quale chiesero l’investitura dei beni loro spettanti, che fu deliberata dal Senato il 13 Marzo u. s. Per tutto ciò, ricordate le precedenti investiture 3 Settembre 1427, 6 Luglio 1441, 10 Luglio 1448, 9 Settembre 1457, 26 Aprile 1468 e 10 Marzo 1534, ad istanza degli interessati, in esecuzione del predetto decreto del Senato, il doge investì dei suddetti beni e d’ altri loro competenti i conti Gian Francesco del fu Maffeo, Brunoro del fu Gian Francesco, Giov. Battista, Domenico, Alessandro e Guerriero, tutti del fu Gian Galeazzo fu Maffeo predetto, Lucrezia e Nicolò del fu Lucrezio, e Lodovico di Gian Francesco predetto, per loro e per altri loro consorti. E gl’in-vestiti prestarono il giuramento di fedeltà. — (A maggiore chiarezza si riporta 1’ allegato). Allegato: 1534, ind. VII, Marzo 10. — Istrumento d’investitura in cui, riassunto il tenore degli antecedenti riferiti al n. 295 del libro XI, al n. 26 del libro XIV e al n. 37 del libro XV, detto come il 26 Aprile 1468 il doge