2-36 Perdita dello “ Jalea Il giorno 18 agosto 1915 perveniva al Comando del Dipartimento Marittimo di Venezia il seguente telegramma dalla difesa di Grado : « 606. — Ripescato naufrago torpediniere Vietri Arturo nuotante al largo stop Dice appartenere al sommergibile Jalea Camperio ». E infatti all’alba di quel giorno s’era distinta da Grado una voce che invocava soccorso e che proveniva dal mare : alcune imbarcazioni uscite subito con il 2° capo torpediniere Ribetti della difesa avevano raccolto un naufrago presso un gavitello situato un poco al largo della spiaggia. Dopo il primo telegramma su riportato, altri ne seguirono confermanti purtroppo che il sommergibile Jalea si era perduto nel golfo di Trieste. In seguito ad essi fu inviato, da Venezia a Grado, il capitano di vascello Bonelli, incaricato di compiere le prime indagini sull’accaduto. Ed ecco la sua relazione : (Lettera n. 240, in data 20 agosto 1915, diretta al Comando del Dipartimento Militare Marittimo di Venezia). « Le sole notizie che si hanno sono fornite dal torpediniere silurista Vietri Arturo matricola 39120, unico superstite dello Jalea e sulle sue deposizioni si può ricostruire approssimativamente come ne avvenne la perdita. « Il Jalea partì da Venezia il 16 sera alle ore 19 con la consegna di passare a nord degli sbarramenti in prossimità della costa, proseguire in emersione verso Grado ed al far del giorno immergersi per dislocarsi nel golfo di Trieste, seguendo rotte parallele alla congiungente Secca di Muggia-Punta Sdob-ba, o preferibilmente star fermo in immersione se lo stato del mare lo avesse consentito. Siccome durante la notte le nostre siluranti dovevano eseguire uno sbarramento di torpedini nel golfo, sulla costa nemica, lo Jalea doveva regolarsi in modo da raggiungere Porto Buso verso il tramonto, ovvero, se lo riteneva più opportuno, posarsi sul fondo per tutta la notte