41 Nel Basso Adriatico alle unità nazionali si aggiunsero il Balilla (ex 44, di costruzione italiana), YS 1 e YS 2, acquistati in Inghilterra, e quelli della classe W (W 1, W 2, W 3, W A), egualmente acquistati in Inghilterra, dei quali però soltanto il W 3 e il W 4 parteciparono ad operazioni nel corso dell’anno, e precisamente nel mese di dicembre. L’S 1 nel settembre fu inviato .a Spezia ove passò in disarmo, mentre che il Foca: fin dal mese di luglio era anche stato trasferito a Spezia ivi aggregato alla Scuola sommergibili. Il Narvalo ed il Ferraris passarono alla dipendenza del Comando in capo del Dipartimento di Venezia (nel maggio il primo e nell’ottobre il secondo), ed il Glauco unico rimasto della 4a Squadriglia del Basso Adriatico, fu messo alla dipendenza del Comando Superiore di Valona (base creata nel maggio) e poi nell’agosto passò in disarmo a Taranto. Inoltre, nel corso dell’anno, entrarono in servizio i piccoli sommergibili (più propriamente sottomarini) delle serie A e B; i primi da 30-36 tonnellate con il solo motore elettrico, i secondi da 40-46 tonnellate dotati anche di un motore a combustione a benzina. Era intenzione del Ministero dislocare quelli del tipo A tra Brindisi e Valona. Per quanto riguardava il loro rifornimento, essi avrebbero trovato sia energia elettrica e sia aria compressa; ma, in relazione al loro impiego, il Comando della flottiglia di Brindisi, fece varie obiezioni: 1. — Per portarsi a distanza utile di difesa, cioè ad almeno 4 miglia dalle opere foranee, bisognava percorrere, dalla stazione dei sommergibili a Brindisi, circa 7 miglia. Ora i sottomarini A non avevano autonomia sufficiente per compiere il tragitto di andata e ritorno alla massima velocità in emersione (sei nodi), e per arrivare sul posto di agguato con riserva di energia elettrica bastante per qualche ora di agguato e di attacco in immersione, era necessario che navigassero alla velocità di circa 3 miglia, ossia che impiegassero più di due ore per arrivare sul posto. Per utilizzarli in questo servizio era quindi necessario un mezzo di rimorchio. A Brindisi, base della flottiglia sommergibili del Basso Adriatico, vi era sempre una sufficiente riserva di unità subacquee ben più efficaci, pronte ad accorrere sollecitamente in