215 dall’orecchio, ed ora aveva molta febbre. Alle mie preghiere ed alle mie insistenze egli accettò di riposare tino all’alba. Restammo di guardia al battello : io, il marinaio Costanzo ed il 2" capo elettricista Costanzo. Il personale di macchina lavorò fino oltre la mezzanotte intorno ai motori. Il comandante Vit-turi si svegliò verso le ore 3 del mattino e volle che a mia volta mi riposassi. Rimanemmo d’accordo che mi avrebbe svegliato al momento di venire a galla. Mi svegliò poco prima delle ore 6. Egli era al periscopio; il battello, a metri 4,80 navigava con un solo motore ; mi disse queste precise parole : Da due ore mi avvicino lentamente al Lido; è chiarissimo, ma non ho nè sentito, nè visto nulla. Siamo già al di dentro della linea di crociera delle torpediniere e c’è una PN in vista; dobbiamo essere vicini ad S. 2. Temo che navigando ancora immersi in queste acque ci sia molto 'pericolo di essere silurati dai nostri, malgrado il segnale di riconoscimento. Alle ore 6 verremo a galla. « Trovando il ragionamento giusto non dissi nulla. Prendemmo accordi per dividerci la sorveglianza esterna e come era stato deciso fu fatto. Il Medusa emerse rapidamente con il segnale del giorno a posto sulla torretta, già sulla rotta di sicurezza per entrare nelle bocche del Lido. Appena aperti gli sportelli alzammo il nostro nominativo sulla gaffa di accosto. La PN ci vide subito e diresse verso di noi; ci accostò sulla sinistra a portata di voce ed il comandante Merega ci gridò queste parole : « l’ultima bandiera si vede male, sono venuto per assicurarmi ». Noi rispondemmo: « Buona crociera ». La torpediniera si allontanò da noi con rotta presso a poco nord-est. In questo momento il Medusa navigava all’in-circa sulla rotta di sicurezza con il motore di dritta che funzionava relativamente bene; facemmo 8 miglia e mezzo circa. « Il comandante Vitturi era sulla plancetta della torretta con il marinaio Pucci incaricato di sorvegliare con lui il lato dritto fino al traverso. Io ero in coperta, a proravia della torretta ed avevo vicino a me il marinaio Deiana, il quale, munito di binoccolo, sorvegliava con me il lato sinistro fino al centro. « Il secondo capo silurista sorvegliava la poppa e il marinaio Costanzo Salvatore era al timone in torretta. Il rimanente dell’equipaggio preparava il battello per l’arrivo in porto. Il personale di macchina era tutto quanto occupato intorno ai motori. «Tutti quanti erano muniti di collarino escluso io ed il marinaio Pucci. Non potrei assicurare per il comandante Vitturi, però mi sembra che anche lui lo avesse al collo.