250 Superiore Navale di Brindisi così informava, il 18 luglio, il Comando in Capo dell’Armata (lettera n. 967 RE. P.) : « Dei sommergibili mandati in agguato, la notte dal 14 al 15 luglio a Capo Planka, Cazza e Cattaro, due non sono ritornati : Ì’H 3 dal settore nord di Cattaro e il Balilla da Capo Planka. « La notte dal 16 al 17, due cacciatorpediniere con il comandante dell’Adamant capo flottiglia inglese, iniziavano le ricerche fino nei pressi di Cattaro le quali riuscivano infruttuose (1). Il mattino del 17 furono mandati da Valona alle stesse ricerche due cacciatorpediniere e velivoli. Nel pomeriggio del 17 si facevano esplorazioni da Varano e più tardi, protra-endosi il ritardo nel ritorno del Balilla oltre i limiti attendibili, facevo partire l’esploratore Dartmouth e la squadriglia Casque di servizio ed aggiungevo a questa spedizione il Nievo ed il Mosto più veloci, con l’ordine di spingersi all’alba fino in vista di Sant’Andrea, mentre il gruppo forte rimaneva al traverso di Vieste per difenderne la ritirata. Sul Nievo imbarcava il comandante Giovannini. Fino ad ora nulla comunicato dal Dartmouth il quale doveva anche fare ricerche verso levante, ed io penso che i due sottomarini debbano ritenersi perduti. Il sottomarino francese Faraday che era in agguato nel settore sud di Cattaro, riporta di aver veduto nel mattino del 15 alcune bocce di vetro sospette vaganti, e nel pomeriggio alle ore 13 di avere inteso, mentre aveva prua a nord-ovest, una forte esplorazione sulla sua sinistra in direzione che potrebbe corrispondere a quella di agguato dell’// 3, e che subito dopo aveva scorto solamente il fumo di una torpediniera che usciva da Cattaro e dirigeva a nord. Si suppone pertanto che il nemico, scoperto o supponendo l’agguato intensificato, abbia seminato, da Punta Menders, delle torpedini immerse fra 8 e 10 metri, e sostenute da bocce di vetro, abbandonate alla corrente il cui percorso da sud a nord è certamente da esso conosciuto. Naturalmente un tale sistema inibirebbe l’uscita per qualche giorno dei suoi sottomarini al nord del punto ove le torpedini furono lanciate, ma l’inibizione per il nemico non ha importanza, tanto più che tutta l’attività dei sottomarini è rivolta ora al sud di Cattaro. Comunque sia sta di fatto che questi agguati da molti mesi adottati ed indispensabili se si vuole sorvegliare la costa nemica dopo che si sono perduti il Lowcen e Durazzo, sono divenuti ora pericolosissimi ed io, salvo ordini in contrario, li sopprimo temporaneamente, fino a che non si possa avere qualche dato più attendibile sulla perdita delle due unità. (1) L’H 3 doveva rientrare alla base il 16 mattina.